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Nastrucci Gino


  • violinista
  • 18/01/1879
  • Fontanellato
  • 15/07/1958
  • Milano
Figlio di Francesco, cominciò a studiare con il padre e a 10 anni suonava come violinista nelle opere con l'orchestra di Busseto. A 11 anni entrò al Conservatorio di musica di Parma, che abbandonò, per ragioni di salute nel 1895. L'anno dopo si diplomò al Liceo musicale di Bologna e iniziò subito la carriera a Lucca con il maestro Mugnone, al quale era stato segnalato da Verdi e subito dopo suonò nella stagione del Teatro Regio di Parma. Nel 1897 fu con Toscanini a Venezia e l'anno dopo iniziò la carriera di violino di spalla: fu con Campanini al Teatro S. Carlos di Lisbona e vi tornò per 3 stagioni con Mancinelli, Conti e Goula. Nella primavera 1899 fu a Buenos Aires con Mascheroni e nel 1901 fu invitato da Toscanini a entrare alla Scala: per quell'anno dovette rinunciare essendo già impegnato con Lisbona. Vi entrò nel 1904 e vi rimase fino al 1913, anni nei quali fu attivo anche con il suo quartetto con Marco Segre, Giovanni Albisi e il fratello Ugo. Nel contempo lavorò nella stagione estiva al Teatro Colon di Buenos Aires fino al 1910. Nel 1913 diventò spalla al Metropolitan di New York e vi rimase per 9 stagioni, rientrando alla Scala alla riorganizzazione del 1922, dove fu la spalla fino al 1933, quando gli succedette Enrico Minetti. Fu anche direttore d'orchestra e diresse al Teatro Verdi di Busseto Aida (1909), Madama Butterfly e Il trovatore (1933), Cavalleria e Pagliacci nel Teatro all'aperto (1937). Spezzaferri scrisse che incise con un ottetto d'archi l'aria del Campi Fanciullina, interpretata da Hina Spani. Il famoso contrabbassista Isaia Billé, che suonò con lui nella stagione verdiana di Busseto del 1913, gli dedicò questo sonetto:

Serata artistica

Delle buone bottiglie d'Asti vecchio,
due fette di salame di Felino,
una partita a scopa o a cotecchio,
un sigaro toscano e il tuo violino.


Due spiritosi aneddoti teatrali,
intermezzati ai piy bizzarri detti,
delle novelle alla Boccaccio, uguali
a quelle che sa dir Cristoforetti!...


E quando l'allegria raggiunto ha il colmo
e lo spumante brilla senza posa
piy nel cervel che nel bicchier ricolmo,


tu, allora, prendi l'istrumento e attacca,
o grande violinista, la famosa
Mazurka del compianto Migliavacca!


BIBLIOGRAFIA: Billé; Schmidl/Supplemento; Spezzaferri.
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza