Stanza 13 / Room 13

Il gesto è il personaggio

Il modo con cui i cantanti si muovono sul palcoscenico, gesticolano, camminano, mettono le mani, ha attirato su di loro una certa ilarità. Anche cori e comparse, ammettiamolo, non è che brillino sempre per realismo, anzi. Su, alzi la mano chi non ha mai provato fastidio o divertimento di fronte a certi tenori ingessati che cantano con le mani supplicanti. Eppure quella è una delle posizioni ideali per cantare.
Va tenuto presente infatti che i cantanti devono tener d’occhio il direttore per andare a tempo, devono proiettare la voce verso la sala, devono assumere posizioni convenienti alle proprie possibilità di emissione vocale, devono stare attenti alla tensione muscolare, tutte cose che obbligano a posture e movimenti obbligati da necessità acustiche e fisiologiche.

Aggiungete le richieste dei registi e la scarsa capacità di recitare di molti – ma certamente non tutti – i cantanti, ed ecco il risultato: il gesto del cantante è diventato uno dei segnali più emblematici dell’iconografia operistica.
Un’iconografia che al di fuori del teatro non avrebbe potuto comunicare la situazione scenica se non attraverso l’enfasi di gesti ed espressioni, come nelle incisioni, o nelle immagini fotografiche, o in quella varietà di materiale iconografico che verso fine Ottocento ha cominciato a circolare sotto forma di cartoline, calendarietti, figurine, e poi nelle riviste, sui giornali e sulle locandine.

Ma una volta sul palcoscenico, si sarebbe mai potuto tradire quel codice visivo a cui ormai si associavano i protagonisti delle opere e le espressioni dei loro sentimenti?

Il gesto è il personaggio.

 

The gesture is the character

The way in which the singers move on the stage, gesticulate, walk, put their hands, has attracted a certain hilarity to them. Even choruses and extras, let's say it, do not always shine for realism, quite the contrary. Come on, raise your hand if you have never felt annoyance or amusement in front of certain tenors in plaster who sing with their pleading hands. Yet that is one of the ideal positions for singing.
In fact, it should be borne in mind that singers must keep an eye on the conductor in order to keep time, they must project their voice towards the hall, they must assume positions suitable for their vocal emission possibilities, they must be careful of muscle tension, all things that oblige to postures and movements forced by acoustic and physiological needs.

Add the requests of the directors and the poor ability to act of many - but certainly not all - singers, and here is the result: the singer's gesture has become one of the most emblematic signs of opera iconography.
An iconography that outside the theatre could have communicated the stage situation only through the emphasis of gestures and expressions, as in the engravings, or in the photographic images, or in that variety of iconographic material that towards the end of the nineteenth century began to circulate in the form of postcards, calendars, stickers, and then in magazines, newspapers and posters.

But once on stage, would it ever be possible to betray that visual code to which the protagonists of the operas and the expressions of their feelings were now associated?

The gesture is the character.

  • Stanza 13 - Teca D1
    Stanza 13 - Teca D1
    Alamanno Morelli, Prontuario delle Pose Sceniche (Milano, Borroni e Scotti, 1854) - Mantova, Biblioteca Teresiana
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