Stanza 14 / Room 14

L’opera è donna

Innamorata, abbandonata, impazzita, tradita, vendicatrice, astuta, sentimentale, imperiosa, supplice, il personaggio femminile era quello che meglio attirava su di sé tutte le passioni del melodramma, e anzi, spesso le donne a lungo hanno anche ricoperto ruoli di giovani uomini per sottolinearne la voce ancora efebica, insomma le donne sono sempre state al centro dell’opera, con buona pace di Madame Bovary che andava in deliquio per il tenore di Lucia di Lammermoor.

A dispetto di un ruolo sociale ancora limitato, sul palcoscenico operistico la donna era invece sovrana: “prima donna” era sinonimo di protagonista assoluta dello spettacolo.
A fine Seicento il divismo per i cantanti del melodramma ha coinvolto prima di tutto le donne e poi i castrati, lasciando a tenori e bassi passioni di pubblico secondarie. Il fenomeno è proseguito per due secoli, con le varie Faustina Bordoni, Maria Malibran, Isabella Colbran, Giulia Grisi, Adelina Patti, oggetto di scene di divismo non diverse da quelle che più tardi verranno portate all’assedio della Callas o della Tebaldi.

Non che non sia esistito un divismo dei cantanti maschi, come testimonia il successo di Giovanni Matteo De Candia detto “Mario”, prototipo ottocentesco del latin lover all’opera, fino ai vari Di Stefano, Kraus, Corelli, Siepi e Kaufmann di oggi.

Ma il divismo per la cantante è sempre stato particolare. E non era necessario neppure che fosse bella (però aiutava), anche se nel caso più eclatante in cui è stata superlativamente bella e spudoratamente sensuale, quello di Lina Cavalieri, sembra proprio che non sia stato necessario saper anche cantare bene.

 

Opera is a woman

In love, abandoned, mad, betrayed, avenging, cunning, sentimental, imperious, suppliant, the female character was the one who best attracted all the passions of melodrama to herself, and indeed, often women for a long time also held the roles of young men to underline the still ephebic voice, in short, women have always been the focus of the opera, with all due respect to Madame Bovary who was swooning over the tenor of Lucia di Lammermoor.

In spite of a still limited social role, on the opera stage the woman was instead sovereign: “prima donna” was synonymous with the absolute protagonist of the show.
At the end of the seventeenth century, the stardom for melodrama singers involved first of all women and then castratos, leaving secondary passions of the public to tenors and basses. The phenomenon continued for two centuries, with the various Faustina Bordoni, Maria Malibran, Isabella Colbran, Giulia Grisi, Adelina Patti, the subject of scenes of stardom not different from those that were later brought to the siege of Callas or Tebaldi.

There was also stardom among male singers, as evidenced by the success of Giovanni Matteo De Candia known as "Mario", the nineteenth-century prototype of the Latin lover of the opera, up to the various Di Stefano, Kraus, Corelli, Siepi and Kaufmann of today.

But the stardom for the woman singer has always been particular. And it was not even necessary that she was beautiful (yet it helped), even if in the most striking case in which it was superlatively beautiful and shamelessly sensual, that of Lina Cavalieri, it seems that it was not necessary to know how to sing well.

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