Detto 'Ziròn', e anche "l'angelo dell'Oltretorrente" per la straordinaria bellezza, era nipote di Lodovico, dal quale ereditò la bellissima voce e la gioia istintiva per il canto. Entrò giovanissimo in Conservatorio, ma ne uscì prestissimo. Di natura selvatica, anziché dedicarsi al teatro, fece la vita del menestrello, usando la voce per le strade e accompagnando con la chitarra gli stornelli spesso indecenti da lui inventati. Il poeta Alfredo Zarbibi lo definì "cantautore scarmigliato, senza fissa dimora e pien pien ad plugghi". Rimase celebre la sua interpretazione di A testa bassa, vestita di nero, primo verso della patetica romanza di Denza Al camposanto, come pure Il fattaccio, un classico strappalagrime della recitazione drammatico-popolare. Fu spesso arrestato per schiamazzi notturni e altre piccole infrazioni. Nel 1909 fu ospite del manicomio di Reggio Emilia, cosa che non gli evitò nel 1911 di essere inviato in Cirenaica a combattere contro "li turchi".