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Numero voci: 458.

Barbacini Enrico


  • tenore
  • 24/06/1834
  • Parma
  • 22/09/1905
  • Milano
Enrico Barbacini
Enrico Barbacini - tenore (foto Legato Ferrarini)
Il Bettòli scrive che era nato nel 1838. Studiò con Luigi Dall'Argine e Giuseppe Barbacini. Debuttò il 26 dic. 1852 a 18 anni (e non a 14 come sarebbe se tenessimo conto della data posteriore) al Teatro Regio di Parma come secondo tenore in Rigoletto, Favorita e Nabucco: nei registri della direzione del teatro si legge: "Ha della freschezza e può riescire una discreta seconda parte". Si perfezionò a Milano con Francesco Chiaromonte, poi con Francesco Lamperti. Nel 1857 debuttò a Novara come I tenore, ed ebbe inizio una brillante carriera che lo vide trionfare sui piy prestigiosi palcoscenici. Fu al Teatro Apollo di Roma in un gran numero di stagioni tra il 1864 e il 1885; alla Scala (1869: Don Carlo con la Stolz; e 1885: Mefistofele), al Teatro Carcano (carnevale 1858: Marin Faliero, Poliuto, Rigoletto, Nabucco, La traviata, I Lombardi alla prima crociata, L'assedio di Leyta di Petrella) e alla Canobbiana di Milano (1860 e 1864); al Teatro Regio di Torino (1878-1880); al Teatro Comunale di Bologna (autunno 1879); al Teatro delle Muse di Ancona (1861, 1864); al Teatro Goldoni di Livorno (carnevale 1865); al Teatro dei Signori Condomini di Macerata (1863); al S. Carlo di Napoli (1868, 1871, 1872, 1874, 1884); al Teatro Bellini di Palermo (1862/63 e 1874-75); alla Fenice di Venezia (1866); al Teatro Carlo Felice di Genova (1868, 1870 e 1876 nella Messa da requiem di Verdi); a Correggio (1863, Poliuto e ott. 1875, Dolores) e in un gran numero di altri teatri italiani (Arezzo, Asti, Fermo, Lugo, Padova, Pisa, Vicenza). All'estero fu a Malta (1867), in Portogallo, in Romania, in Spagna: al Teatro del Liceu di Barcellona (in 15 opere: 1860, 1879-80, 1882-84), al Real di Madrid (1872-73 e 1885-86) e al Principal di Madrid (Lohengrin nel 1881). Depanis così lo descrisse: "Piccolo della persona, tozzo, brutto di volto, volgaruccio di modi, il Barbacini sembrava l'antitesi del tenore amoroso, né la voce di pasta gutturale e di limitata estensione poteva dirsi una buona voce. Eppure sulla scena avresti giurato di trovarti dinanzi ad un'altra persona, tanto il Barbacini si immedesimava coi personaggi e la voce adoperava con sottile accorgimento che, dimentico delle deficienze, cedevi al fascino di una dizione impeccabile e di un'arte squisita. [Lo contraddistingueva] il senso di responsabilità e profonda serietà che lo portavano a una vera meticolosità nello studio di nuove parti che sottoponeva a un esame minuto e scrupoloso". Amintore Galli confermava che aveva una voce espressiva, abbastanza estesa e vibrante e che "la caratteristica di questo cantante era la passione e nell'espressione dell'amore non temeva rivali". A proposito di un Don Carlo cantato assieme a Vicenza, Teresa Stolz, notoria pettegola maldicente, così scriveva a Verdi: "Birbaccino [sic] non cantava male ma alle romanze tremava come una foglia e non strappava un applauso". Filippo Filippi invece aveva scritto: "Canta come un angelo del paradisio, la sua voce dolcissima, il suo metodo perfetto, il suo accento drammatico, caldo, trascinavano il pubblico al delirio", e Verdi stesso lo aveva prescelto per l'esecuzione della Messa da requiem diretta da Faccio in recite trionfali. Lo stesso Verdi, quando il tenore cominciò la parabola discendente, lo fece raccomandare a Francesco Paolo Tosti affinché lo aiutasse nell'ambiente musicale inglese, dove il compositore abruzzese era autorità indiscussa. Barbacini cantò l'ultima volta nell'ott. 1887 al Teatro Dal Verme di Milano nel Conte di Gleichen di Salvatore Auteri Manzocchi. La G.Pr del I ott. 1889 riportava che, essendosi dato all'insegnamento, aveva aperto una scuola a Milano nella sua abitazione in via Pietro Verri 5 (nel 1894 in via Pantano 17). Si dice che fosse molto frequentata. Musica e Musicisti nel necrologio scrisse che era "una persona simpatica, di modi amabili e di schietta bontà d'animo". Ma non disse che era ridotto in miseria.
L'ES scrive che fu il Barbacini a cantare il Mefistofele al Comunale di Bologna nel 1875. La notizia h inesatta, in quanto in quell'occasione il successo toccò a un altro tenore parmigiano, Italo Campanini, ma h stata comunque ripresa pari pari dal DBI.
Un figlio, Enrico, fu agente teatrale a Milano, con ufficio in via S. Pietro all’Orto. Dal 1904 al 1914 diresse la rivista Arte melodrammatica. Era attivo ancora nel 1919 come agente e rappresentante di artisti.


BIBLIOGRAFIA: Assai nutrita. Per una sintesi: ES; Venturi; G.N. Vetro. Le voci del Ducato, in G.Pr, 31 gen. 1982.
ultimo aggiornamento: 27/07/2006
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza