Stanza 18 / Room 18

Come è uscita l’opera dai teatri? Un genere di così grande diffusione internazionale certo non avrebbe mai potuto essere a lungo coltivato fra pochi aristocratici come nei primi decenni del XVII secolo o fra i privilegiati che potevano avere accesso ai teatri pubblici nei due secoli successivi. E infatti molti sono i modi con cui la musica operistica si è fatta conoscere anche al pubblico che non frequentava i teatri.
Dapprima attraverso gli spartiti acquistati dagli appassionati. Poi con le fantasie d’opera per pianoforte, che oltre a far conoscere brani d’opere ne sancivano la loro fama ormai acclarata. E ancora con la musica delle bande, degli organetti, delle scatole sonore che si aggiravano per le strade o le feste popolari suonando brani famosi. Poi negli spettacoli per il popolo minuto o nel teatro di burattini, in cui la musica operistica finiva col mischiarsi con vicende delle maschere della commedia dell’arte o della cronaca contemporanea. Infine nelle tante immagini trasmesse dalle cartoline, dalle illustrazioni di scene d’opera, dalle figurine, che rendevano leggendario lo spettacolo dell’opera a chi non poteva parteciparvi.
Chissà se tanta passione popolare per l’opera non sia proprio il frutto di averla vissuta così a lungo come un desiderio proibito.

Opera outside the theatres

How did the opera come out of the theatres? A genre of such great international diffusion certainly could never have been cultivated for a long time among a few aristocrats as it happened in the first decades of the seventeenth century or among the privileged who could have access to public theatres in the following two centuries. And in fact, there are many ways in which opera music has made itself known even to the public who did not attend theatres.
First through the scores purchased by enthusiasts. Then with the opera fantasies for piano, which in addition to making known pieces of operas set off their established fame. And again with the music of bands, barrel organs, sound boxes that wandered through the streets or popular festivals playing famous songs. Then in the shows for the humble people or in the puppet theatre, in which opera music ended up mixing with the events of the masks of the comedy of art or contemporary news. Finally, in the many images transmitted by postcards, by illustrations of opera scenes, by stickers, which made the show of the opera legendary to those who could not participate.
Who knows if so much popular passion for opera is the result of having lived it for so long as a forbidden desire?