Un tempo era solo La Gazzetta musicale di Milano di Ricordi. Anzi, un tempo ancora prima, a inizio Ottocento, era solo Il corriere delle dame, settimanale femminile che riportava recensioni di prime d’opere. Seguirono altri come Teatri arti e letteratura e La Fama, qualche volte legati ad agenzie teatrali, e dal 1842 il settimanale milanese di Ricordi, houseorgan dell’editore e perciò anche questo un po’ di parte ma certamente autorevole e decisivo nella divulgazione musicale ottocentesca in Italia. Ma si badi che in Germania esisteva già da fine Settecento l’Allgemeine Musikalische Zeitung, e dal 1834 la Neue Zeitschrift für Musik di cui era redattore Robert Schumann, stesso anno in cui in Francia appariva Le Ménestrel. Poi, nell’ultimo quarto dell’Ottocento, sbucarono i primi periodici specializzati illustrati, in Italia Il Teatro illustrato, seguito da Musica e musicisti, allegato alla Gazzetta, e da Musica in scena, e via così. Senza contare che di opera si scriveva, e bene, e autorevolmente, anche sui quotidiani generalisti e sui periodici non specializzati. Oggi e da almeno un secolo, le riviste d’opera sono proliferate in modo impressionante, hanno segnato la formazione del gusto operistico dei conoscitori e assolto al compito di divulgare ai neofiti, si sono trasformati a volte in veri e propri volumetti monografici, hanno invaso le edicole prima con i dischi in vinile poi con i cd. E, non ultimo, hanno sostenuto e sostengono carriere di cantanti e direttori d’orchestra.