Marionetta di Giuseppe Verdi. Cartapesta, legno, stoffa, lana, vetro, seconda metà del XIX secolo. San Benedetto Po (MN), Museo Polironiano
Verdi era convinto che l’interesse per le proprie opere dovesse nascere spontaneamente dal riscontro del loro gradimento presso il pubblico, per questo non sopportava che potessero essere al centro di un forzato interesse giornalistico, che chiamava con la parola francese “réclame”. Quando seppe che Filippo Filippi, uno dei maggiori critici musicali di quegli anni, sarebbe andato al Cairo per la prima di Aida, se ne infastidì, e lo scrisse al diretto interessato e all’editore Giulio Ricordi (ma forse temeva l’esito dello spettacolo, che non poteva controllare da vicino?). Fatto è che Verdi non ha mai amato il culto della propria personalità da parte degli ammiratori. Chissà che avrebbe detto se si fosse visto ridotto a marionetta…
Letter from Giuseppe Verdi to Giulio Ricordi, 23 November 1871. Milan, Ricordi Historical Archive
Puppet of Giuseppe Verdi. Papier-mâché, wood, fabric, wool, glass, second half of the 19th century. San Benedetto Po, Polirone Museum
Verdi was convinced that interest in his operas should arise spontaneously from the recognition of their approval by the public, so he could not bear that they could be the subject of a forced journalistic interest, which he called with the French word "réclame". When he learned that Filippo Filippi, one of the major music critics of those years, would go to Cairo for the premiere of Aida, he was annoyed, and wrote it to the critic himself and to the publisher Giulio Ricordi (but perhaps he feared for the outcome of the show , which he couldn't control closely?). The fact is that Verdi has never liked the cult of his own personality by his admirers. Who knows what he would have said if he had seen himself reduced to a puppet ...