Con questo progetto di dieci incontri rivolti a un pubblico non necessariamente di frequentatori di sale da concerto, si propone un percorso tematico che affronta gli elementi portanti della creazione e dell’ascolto della musica moderna e contemporanea, cercando di collocare storicamente le principali figure che hanno caratterizzato la scena musicale cólta da inizio Novecento a oggi e allo stesso tempo di attivare l’attenzione sui processi di ascolto necessari per la comprensione di quei fenomeni musicali.
Rispetto a un percorso meramente cronologico dei fatti, la divisione per temi ha il vantaggio di interpretare le singole figure di compositori nelle loro caratteristiche non sempre riducibili a singole istanze, spesso in evoluzione e non di rado in contatto o in contrasto con altre, e di rispondere ai principali quesiti che il pubblico si pone sulla musica contemporanea. Lo scopo, accanto a quello di fornire semplicemente alcuni ragguagli storici, è rivolto soprattutto a fornire al pubblico strumenti di ascolto e di consapevolezza sui fenomeni della sonorità del Novecento e di questo primo quarto di nuovo millennio.
Si parte lunedì 23 settembre con Coi suoni, sui suoni: una linea che parte da Debussy, passa da Webern e raggiunge la fine del Novecento, e che spiega gran parte delle idee musicali del secolo. Il percorso di molta musica contemporanea segue una linea centrata sulla pienezza e la presenza del suono, considerato non più come elemento di una sintassi ma come protagonista dell’evento musicale.
Il secondo appuntamento di lunedì 30 settembre, Il grande bivio, analizza una consuetudine a lungo radicata che ha voluto vedere nelle figure di Arnold Schönberg e Igor Stravinsky i due poli generativi della modernità musicale, una polarizzazione che si è spostata presto dal piano artistico a quello politico e che ha generato molti fraintendimenti. Ma i due restano gli indiscussi giganti del Novecento.
La rassegna prosegue lunedì 7 ottobre , in cui i casi di Gershwin, Brecht, Britten, Šostakovič, Nono e Berio (e non solo) permettono di analizzare la scissione fra musica colta e società come frutto dell’evoluzione musicale d’inizio Novecento. L’ascolto si è reso difficile e i compositori si sono volutamente ritirati in un circolo privilegiato, ma la musica del Novecento non si è sempre negata alla società, né al suo ruolo di critica della società. E non ha nemmeno rinunciato al teatro.
Si continua martedì 15 ottobre con La questione della noia: uno dei fondamenti del Novecento musicale è quello legato alla modalità di ascolto; perché la musica contemporanea per molti risulta così noiosa? Come è possibile che chi la produce non se ne accorga? E perciò come andrebbe ascoltata?
Lunedì 21 ottobre con l'appuntamento Le nuove regole analizza un nome magico, un luogo di incontri fruttuosi e di infuocatissimi scontri: Darmstadt. La musica del secondo Novecento nasce dalle macerie della guerra, si ferma e Darmstadt e presto da lì esce e si sparge per il mondo, con i suoi leader, spesso litigiosi ma indiscussi.
Il rumore e il silenzio di martedì 29 ottobre ricerca gli spazi da sempre rifiutati dalla musica. Il Novecento ha scoperto due entità indefinibili: il rumore e il silenzio. Dapprima considerati come estensione delle possibilità sonore, sono poi stati messi in discussione e infine con l’elettronica accettati come particolarità di infiniti casi possibili. Una piccola storia del rumore e del silenzio attraverso Bartók, Varèse, Schaeffer, Cage, Evangelisti, Feldman e Sciarrino.
Si continua con Anche i mistici di giovedì 7 novembre. La musica è, da sempre, suono e spirito, e anche il Novecento non si è sottratto a questa regola. Nel panorama moderno e contemporaneo, così dominato da strutture logiche e neurologiche, misticismo va inteso non solo in senso spiritualista, alla Skrjabin o alla Stockhausen, ma anche come esoterismo, come autoriflessione o come partecipazione alla vita attraverso la musica. E allora possono considerarsi mistici anche Mahler e Donatoni.
Lunedì 18 novembre si prosegue con una conversazione con Martino Traversa su La musica elettronica, dalle onde martenot alla sintesi granulare.
Penultimo incontro, martedì 3 dicembre, con L’interfaccia pop: con l’ingresso nella condizione postmoderna il mondo musicale colto ha cominciato a osservare anche la scena pop (rock, finto rock, new wave, funky, punk, free jazz), qualche volta ne è stato precursore e qualche volta ciò che non è etichettato come musica colta si è volutamente mischiato all’area etichettata come più colta. Ecco cosa è successo.
La rassegna si conclude lunedì 9 dicembre con l'appuntamento dal titolo Vie di fuga. La fine della modernità ha coinciso con l’esigenza per i musicisti di uscire dai limiti delle avanguardie, di superare le tendenze esaurite e di cercarsi un nuovo pubblico. Nascono nuovi indirizzi spesso in contrasto fra loro. Un ritratto della situazione musicale dagli anni Ottanta a oggi.
Tutte le lezioni si terranno dalle ore 18.30 alle ore 20.