Continua il tributo della XXXIV edizione di Traiettorie alla musica francese del Novecento con il ritorno di uno degli ensemble più legati alla rassegna di musica moderna e contemporanea organizzata e promossa da Fondazione Prometeo: erano appena passati cinque anni dalla sua nascita quando nel 1996 Court-Circuit – ensemble fondato dal post-spettralista Philippe Hurel, che oggi ne è direttore artistico, e dal direttore d’orchestra Pierre-André Valade – apparve per la prima volta nei cartelloni della rassegna, e da allora è tornato con regolarità a proporre il suo accanito impegno nell’esecuzione della sonorità contemporanea.
Giovedì 31 ottobre, alle ore 20.30, Court-Circuit torna per la settima volta a Traiettorie, questa volta nel Ridotto del Teatro Regio di Parma, in una serata realizzata in collaborazione con l’Associazione Musicale Ensemble Nuove Musiche – Festival Internazionale di Musica di Savona, sotto la direzione di Jean Deroyer e con un programma che esplora il gusto per la sonorità nella musica francese di oggi.
È vero che al centro è collocato il capostipite di questo gusto, Claude Debussy, di cui è in programma la «Sonata» per violoncello e pianoforte (1915), più incline al recupero dello spirito francese che all’esplorazione del suono in sé e per sé, ma quel che segue è un buon ritratto della realtà musicale francese del primo quarto di questo millennio: con due brani del 2016 molto diversi fra loro, «Postlude à l’épais» di Philippe Leroux, che lavora sull’addensamento timbrico delle sonorità, e «Spira» del più giovane Adrien Trybucki, un brano per trio d’archi aggressivo e interrogativo; con uno dei cavalli di battaglia di Court-Circuit, «So nah so fern II» di Philippe Hurel, pezzo del 2022 che rimette in gioco quei meccanismi d’ascolto mnemonici inconsci che la musica del secondo Novecento non ha mai perso di vista, e «Pour qu’enfin l’avenir commence…», brano dello scorso anno di Bertrand Plé, qui in prima italiana, che lavora invece sulla sonorità attraverso schemi matematici.