Enrico Pieranunzi in piano solo è un’avventura musicale da seguire nota dopo nota. Si passa da una canzone di Gershwin a una sonata di Scarlatti, da un blues a un proprio brano. Un concerto “Unlimited”, come quello che Pieranunzi proporrà giovedì 28 novembre al Dietro Le Quinte di Sieci (ore 20,30 – Firenze), per uno degli appuntamenti più attesi della stagione. La sua musica, è stato scritto, “da’ voce al desiderio di superamento del confine interpretativo” ed egli “si prende la libertà di interpretare se stesso”. Classe, eleganza, immaginazione sono gli ingredienti di un’esperienza sonora che riesce a catturare appassionati e non di ogni genere musicale. Un mondo musicale intenso e personalissimo, che da tempo si è giustamente guadagnato apprezzamento e reputazione in tutto il mondo.
BIOGRAFIA
Blues, barocco e molto altro, un’attività eclettica in cui pianismo composizione earrangiamento sono inscindibilmente intrecciati e che spesso l’ha visto impegnato anche come autore nella musica per film e teatro. Questo il mondo musicale senza confini di Enrico Pieranunzi, musicista tra i più versatili della scena musicale europea, nella cui particolarissima avventura sonora jazz e classica convivono fin dall’inizio uno a fianco all’altra. Troviamo così nella sua ricchissima discografia (più di 80 cd) collaborazioni prestigiose con luminari del jazz come Chet Baker, Paul Motian, Charlie Haden, Marc Johnson e Joey Baron ma anche un cd in duo con Bruno Canino (Americas) e lavori incentrati su Scarlatti, Bach, Handel, Martinu, Gershwin (quest’ultimo in trio con suo fratello Gabriele al violino e con Gabriele Mirabassi al clarinetto.)
E’ l’unico musicista italiano ad aver suonato e registrato più volte a suo nome nello storico “Village Vanguard” di New York e, tra i numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali per la sua attività musicale vanno ricordati il “Django d’Or” francese (1997) come miglior musicista europeo, l’Echo Award 2014 in Germania come “Best International Piano Player” e il premio “Una vita per il jazz” assegnatogli nello stesso anno dalla rivista Musica Jazz.
Parecchie sue composizioni sono diventate veri e propri standard suonati e registrati da musicisti di tutto il mondo e sono state pubblicate nei prestigiosi “New Real Book” statunitensi. Tra queste “Night Bird”, “Don’t forget the poet”, “Les Amants”, “Fellini’s Waltz”, “Je ne sais quoi”, “Trasnoche”, « Coralie ». Il suo originale linguaggio musicale è stato oggetto di numerose tesi di laurea o di dottorato, in Italia e all’estero.