All’aprirsi del nuovo secolo si è già operata, in Parma, la transizione tra teatro di corte e teatro pubblico, tra un teatro che vive solo durante determinati eventi legati all’ambiente cortigiano, ed uno aperto ad una fruizione meno selezionata e con finalità soprattutto economiche.
Nella storia del teatro musicale a Parma a questo cruciale passaggio possiamo dare una data e un luogo: la fine del 1687, con l’inaugurazione di un nuovo teatro virtualmente pubblico – il Teatro Ducale – che resterà attivo fino ai primi mesi del 1829.
Voluto dal duca Ranuccio II e progettato dall’architetto di corte Stefano Lolli, il teatro viene inaugurato con Olimpia placata, dramma di Aurelio Aureli con musica di Bernardo Sabadini.
Situato nel centro della città e collocato all’interno del Palazzo della Riserva, il Ducale è il vero teatro di Parma. Giunto a noi solo attraverso alcune descrizioni e pochissime immagini parziali, il teatro è situato fra le attuali vie Melloni e Pisacane (un tempo strada e vicolo del Teatro).
All’interno, il Teatro Ducale è un tipico teatro “all’italiana”: la forma a U, con una platea lunga e stretta, centododici palchetti disposti su quattro ordini con al centro il palco dei duchi e, al quinto ordine, il loggione. La sala può contenere fino a milleduecento spettatori, e ospita spettacoli d’ogni genere, secondo una consuetudine che accosta, anche nel corso della medesima serata, generi musicali, drammatici, coreutici, sino alle forme più svariate di intrattenimento.
Nei suoi centoquarant’anni di vita è via via testimone del trionfo dell’opera barocca italiana e dei suoi protagonisti (i virtuosi di canto: castrati e primedonne, soprattutto), dei progetti di riforma importati dalla Francia, dell’avvento dell’opera neoclassica e della irresistibile ascesa di Rossini nel primo Ottocento.