Ci si può stupire che il pubblico parigino non abbia fatto una piega quando nel giugno 1855 assistette all’Opéra al debutto di Les Vêpres siciliennes di Giuseppe Verdi, dove gli Angioini (francesi) vengono mazzolati dai siciliani durante la celebre rivolta del 1282.
In Italia invece sarebbe stato difficile che quell’ambientazione e quelle vicende, nella traduzione che ne fu subito fatta in vista della sua circolazione nei teatri della penisola, venisse accettata dagli uffici di censura preunitari.
Verdi se lo immaginava, e per primo si premurò di farne cambiare ambientazione ed epoca.
In Italia I Vespri siciliani debuttò a Parma il 26 dicembre 1855 col titolo Giovanna de Guzman. Ambientazione a Lisbona nel 1640 all’inizio della guerra di restaurazione portoghese contro gli spagnoli, e personaggi cambiati: Elena diventa Giovanna, Monforte diventa Michele de Vasconcellos e Procida diventa Giovanni Ribeiro Pinto. Arrigo si limita a diventare Enrico. Giovanna era la cognata di Giovanni di Braganza, che diverrà re del Portogallo.
Il colore musicale, tarantella compresa, rimase però sicilianissimo (la musica sfugge da qualsiasi censura).
In questa forma l’opera andò in scena anche a Torino e alla Scala.