Un nome ed un luogo si possono far coincidere a segnare lo stacco dell’800 col secolo che lo ha preceduto: Maria Luigia, e il Nuovo Teatro Ducale.
Maria Luigia d’Asburgo-Lorena nasce a Vienna nel 1791, figlia dell’imperatore Francesco I. Nel 1810 sposa Napoleone Bonaparte, imperatore dei francesi. Alla morte di Napoleone sposa, nel 1822, il conte di Neipperg; quindi, morto costui, il conte di Bombelles, nel 1834. Nel 1815 il Congresso di Vienna – restaurando il vecchio ordine politico dopo la definitiva sconfitta di Napoleone – assegna a lei il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Governando con mitezza, interviene con particolare assiduità nel campo dell’assistenzialismo e delle opere pubbliche. Fa costruire il Nuovo Teatro Ducale, che dopo la sua morte diverrà Reale, nel 1849, e infine, dal 1860, Regio. Istituisce la scuola di canto corale nell’Ospizio delle Arti, crea l’Orchestra Ducale, per la quale affida un progetto di riforma a Nicolò Paganini, protegge la Società Filarmonica Ducale Parmense, ed è musicista ella stessa, attiva in quelle Accademie che per trent’anni animerà alla sua corte.
Il Nuovo Teatro Ducale nasce su progetto dell’architetto Nicola Bettòli, decorato secondo le direttive di Paolo Toschi e arricchito dalle opere pittoriche di Giovan Battista Borghesi. Viene inaugurato il 16 maggio del 1829 con la Zaira di Vincenzo Bellini, su libretto di Felice Romani: serata fastosa, ma insuccesso per l’opera. Musicalmente è l’epoca di transizione tra due regni assoluti: quello di Rossini, dominatore incontrastato dell’opera europea nel secondo e terzo decennio del secolo, e quello di Verdi, che monopolizzerà la scena teatrale italiana nei decenni successivi. Scorrono così le testimonianze dei successivi cambiamenti: l’apertura ad esperienze straniere, la Francia e poi la Germania, il verismo (Mascagni, Leoncavallo, Puccini fra gli altri) fino all’esaurimento dell’opera come genere vitale e alla sua trasformazione in bene culturale.