Stanza 2 - Teca D3

Voce “Opera” dall’Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers, vol. 11 (Neufchastel, Samuel Faulche & compagnie, 1765) - Volume appartenuto a Ludovico di Borbone, re d’Etruria - Parma, Biblioteca Palatina

Encyclopedie

L’Encyclopédie di Diderot e d’Alambert dedica voci ai lemmi “Opera”, “Opéra Comique” e “Opéra italien”. Nella definizione di opera, genere di spettacolo, si ribadisce l’importanza del concorso di musica, scenografia, scenotecnica, poesia e azione per il suo successo, ma l’interpretazione del fenomeno operistico è tutta osservata dal punto di vista francese. Non a caso ci si intrattiene sulla natura della parola cantata e sulla plausibilità delle sue situazioni sceniche, questioni che hanno occupato a lungo il dibattito illuminista e hanno segnato nette divergenze rispetto al modo di fare opera in Italia, a cominciare dal recitativo, che in Francia non era intonato, ma basato sulla dizione degli attori di commedia. Invece, nella voce relativa, l’opera italiana è liquidata senza spiegarne la storia, la struttura, gli autori e l’evoluzione, limitandosi a prendere atto di come in Francia sia stata importata nel 1646, ma poi Jean-Baptiste Lully e il suo librettista Philippe Quinault hanno reinventato l’opera francese elevandola al rango del teatro di Corneille e Racine. 

 

“Opera” in the Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers, vol. 11 (Neufchastel, Samuel Faulche & compagnie, 1765). Volume that belonged to Ludovico of Bourbon, king of Etruria. Parma, Palatine Library

 

L’Encyclopédie by Diderot and d’Alambert dedicates entries to the headwords “Opera”, “Opéra Comique” and “Opéra italien”. In the definition of opera as a kind of show, the importance of the music, scenography, poetry and action combination for its success is stressed, but the interpretation of the opera phenomenon is all observed from the French point of view. It is no coincidence that the discussion is about the nature of the sung word and the plausibility of its scenic situations, issues that have occupied the Enlightenment debate for a long time and have marked clear divergences with respect to the way of doing opera in Italy, starting with the recitative, which in France was not in tune, but based on the diction of comedy actors. Instead, in the relative entry, the Italian opera is liquidated without explaining its history, structure, authors and evolution, limiting to taking note of how it was imported into France in 1646, but then Jean-Baptiste Lully and his librettist Philippe Quinault reinvented the French opera elevating it to the rank of the theatre of Corneille and Racine.

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