A chiudere il festival itinerante regionale Crossroads sarà, venerdì 14 giugno, alle ore 21, Tatiana Eva-Marie accompagnata dalla Avalon Jazz Band.
Ci sono forse solo due modi per fermare il tempo e, anzi, farlo tornare indietro: mettere il governo in mano a un manipolo di sceneggiatori hollywoodiani (con possibili effetti collaterali) oppure ascoltare, a ripetizione, Tatiana Eva-Marie e la Avalon Jazz Band.
Tatiana Eva-Marie è nata in Svizzera, in una famiglia di musicisti, pittori e poeti che l’ha introdotta sin da piccola alle arti performative: ha debuttato all’età di quattro anni e prima dei venti aveva già all’attivo numerose registrazioni discografiche, due musical (composti e diretti) e una carriera da attrice sui palcoscenici parigini (per non dire degli studi medievali all’Università della Sorbona). Nel 2011 si trasferisce a New York, dove nel 2014 forma la Avalon Jazz Band assieme al violinista Adrien Chevalier, esportando così dall’altra parte dell’Atlantico una delle espressioni più tipicamente europee del jazz, il manouche. Ma il jazz gitano, col suo mix di chanson francese, swing, folk e una spolverata di espressività balcanica, è musica ampiamente dominata dalle chitarre: non per nulla a codificarla maggiormente è stato Django Reinhardt. Per poter dire la sua come cantante in questo repertorio Tatiana Eva-Marie ha dovuto, quando necessario, scrivere i propri testi, oltre che gli arrangiamenti. È così che, pur conservandone tutta la sua struttura classica, Tatiana Eva-Marie ha reso assai peculiare il gipsy jazz, attraverso le sue personali storie. Ed è proprio questo il lavoro svolto per Djangology, album previsto in uscita nel 2024.