Il melodramma ,è nato all’alba del XVII secolo in contesti di corte, esclusivi, riservati, per un pubblico aristocratico e in occasione di eventi solenni. Il primo degno di questo nome si ritiene essere L’Euridice, musicata da Jacopo Peri su un poema di Ottavio Rinuccini, e rappresentata a Firenze il 6 ottobre 1600 per il matrimonio di Maria de’ Medici e il re di Francia Enrico IV di Navarra. Per un matrimonio regale, non si poteva certo far finire tutto in tragedia: perciò, il finale è lieto, e Orfeo riesce a liberare dagli Inferi la sua Euridice.
Nel 1637 fu aperto a Venezia il primo teatro pubblico dedicato al melodramma, il Teatro di San Cassiano, con l’Andromeda di Francesco Manelli. Per la prima volta, si potè accedere a uno spettacolo d’opera pagando un biglietto (anche se – beninteso – il pubblico restava composto da pochi privilegiati) e si fissò il modello di stagione operistica principale, che sopravviverà per tre secoli, la “stagione di Carnevale”, dal 26 dicembre precedente al Martedì Grasso. Dal 1637 in poi, a Venezia aprirono altri teatri pubblici, dominati dalle opere di Francesco Cavalli e Antonio Cesti. Di Cesti è la Dori (1663), storia di identità scambiate e travestimenti, che ebbe grande successo e fu ripresa a Parma due anni dopo.