Quel singolare spettacolo teatrale nel quale la musica viene sempre più assumendo un ruolo fondamentale – che da secoli si definisce opera – nasce in questo secolo in un contesto sontuoso e riservato nell’àmbito di alcune corti e ambienti aristocratici italiani: Firenze, Roma, Mantova, Ferrara in particolare.
Si tratta di eventi unici e straordinari destinati a celebrare circostanze molto speciali legate al potere e, soprattutto, alla casata dominante: si tratta di eventi unici, e lo spettacolo deve essere, di conseguenza, ricco e fastoso, memorabile.
E ricco, fastoso, memorabile è il teatro – oggi noto come Farnese – che per volontà del duca Ranuccio I si iniziò a costruire nel 1618 per la prevista visita di Cosimo II de’ Medici, ma ultimato ed inaugurato dieci anni più tardi per le nozze tra Odoardo Farnese e Margherita de’ Medici, figlia di Cosimo.
Il clou delle manifestazioni è rappresentato dal “torneo regale” Mercurio e Marte, poesia di Claudio Achillini e musica di Claudio Monteverdi, con il quale il Teatro si inaugura il 21 dicembre del 1628. Lo spettacolo è esemplare degli assunti prima esposti: alla sua creazione concorrono i migliori scenografi e ingegneri teatrali, impegnati a creare nel gigantesco spazio effetti scenici sorprendenti, tra i quali spiccano complicati giochi d’acqua, e forse addirittura una naumachia. Elementi spettacolari che vanno a combinarsi alle musiche create dal celebre Claudio Monteverdi, che per studiare e risolvere i problemi legati a quella produzione più volte si reca a Parma. Lo spettacolo ha quale scopo principale la glorificazione del duca, e ad esso partecipano, in perfetta sovrapposizione di finzione e realtà, il duca e gli esponenti delle famiglie aristocratiche della città, impersonando se stessi in un contesto favoloso, popolato di divinità, allegorie, mostri mitologici.