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Fiorenzuola d'Arda, Il teatro


Le prime notizie che abbiamo trovato di teatri risalgono al 6 ott. 1733 quando fu richiesta l'autorizzazione all'uso del Teatrino per eseguire "un operetta da giovani studenti sotto la guida di Santo Cavallini"; assieme alla concessione dell'autorizzazione, si rammentava di rispettare "le regole prescritte per la decenza e castigatezza [onde non] incorrere nella sovrana indignazione" (A.S.Pr, Spettacoli e Teatri Borbonici, bb. 1, 3). Le notizie riprendono il 18 ott. 1774 quando, come teatro, era utilizzato il "Ministero de' Cistercensi di S. Bernardo", mentre del gen. 1775 è la domanda di poter effettuare "alcune pubbliche recite in un Teatro loro particolare e di poter riscuotere soldi dieci dagli intervenuti per il comodo de' palchi, e soldi 5 cinque per la platea" (A.S.Pr, Spettacoli e Teatri Borbonici, b. 3). Il 19 giu. 1777, certo Francesco Lauti milanese, proveniente da Piacenza, chiese di allestire "4 sere da oggi con la moglie e altri due una piccola Operetta in Musica" (A.S.Pr, Spettacoli e Teatri Borbonici, b. 5). In una supplica del 1808 fu richiesto all'autorità centrale di poter effettuare in Teatro "una lotteria volgarmente chiamata tombola" (A.S.Pr, Spettacoli e Teatri, 1807-1812, b. 7). Nel Vocabolario Topografico il Molossi scriveva: "Palazzo Grossi offre alla sguardo del contemplatore le reliquie dell'antico Teatro, opera del XII o XIII secolo, indicante il vicino risorgimento delle buone arti". Essendo il Teatro poco adatto all'esecuzione dei melodrammi, fu deciso di costruirne uno idoneo per questo genere di spettacolo. Nell'Archivio del Comune si trova una perizia del mag. 1841 dell'architetto Giovanni Antonio Perreau di Piacenza in cui era esposto il progetto di ristrutturazione dell'ex abbazia posta all'angolo tra le attuali vie Alberoni e S. Fiorenzo, in cui si intendeva costruire il nuovo teatro, il mercato dei grani, le scuole secondarie e quella di musica. Nel 1846 lo stesso presentò un progetto meno ambizioso, che non venne approvato dall'Acc.BB.AA. di Parma, che ne indicò uno del Bertolotti, affiancato dagli scenografi Giacopelli e Gelati. L'interno del Teatro, a ferro di cavallo, poteva ospitare circa 600 spettatori tra platea, 3 ordini di 14 palchetti con un palco reale e un loggione. Intitolato a Carlo III (dal 1859 Municipale e dal 1901 Giuseppe Verdi), fu inaugurato lƎ ott. 1853 con l'Attila di Verdi e un Inno a Carlo III di Savazzini: l'orchestra era composta da professori di Parma e Piacenza, integrati da Filarmonici locali. Le decorazioni dell'interno e il sipario furono dipinti nel 1855 da Vincenzo Bertolotti. Il regolamento del Teatro fu approvato con decreto del 23 lug. 1855. Finito il Ducato il Teatro prese il nome di Comunale e poi di Giuseppe Verdi. Il teatro fu ristrutturato nel 1914 e restaurato nel 1923. Dopo un periodo di inagibilità e un lungo lavoro di restauro, anche grazie al volontariato di molti cittadini, è stato riaperto agli spettacoli nell’apr. 2006.
Nel giu. 1995 e 1997 sono state rappresentate 2 opere all'aperto in piazza Molinari.
ultimo aggiornamento: 09/09/2009
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza