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Rangoni Michel Angelo


  • organaro
Parmigiano, la prima volta che ci imbattiamo in lui h il 25 mar. 1610, quando lavorò a Modena nella chiesa di S. Biagio in S. Maria del Carmine. Giovanni Battista Spaccini, nella Cronaca di Modena, scrisse: "Adì 25 giovedì dell'Annunziazione. Li padri carmelitani hanno fatto rapezzare l'organo suo a un parmeggiano per nome Michelangelo Rangoni [ ... ] Adì 6 martedì h finito l'organo del Carmine". Rimase a lavorare a Modena, e nella solita Cronaca, a dic. si legge: "Adì 6 lunedì, allogia qui in casa nostra Michelangelo Rangoni parmeggiano che accomoda organi, e ha tolto a comodare quello della compagnia di S. Giovanni Battista. [ ... ] Adì 12 domenica, la compagnia della Morte [si tratta della stessa chiesa] fa accomodare il suo organo a messere Michelangelo Rangoni, parmeggiano e valente organista, qual organo fu roinato d'un Iseppo romagnolo e vi costa sin ad ora, solo di conzadura, scudi 700". Nella parrocchiale di Fiumalbo nel Frignano (Registro matrimoni e ricordi) si legge: "Anno pariter 1611, die 12 mensis junii ad finem fuit perducta organi fabrica in hac ecclesia parochiali Flumalbi per admodum reverendum dominum Joannem Mariam Seccardum et magnificum Michael Angelum Rangonium organarios et cives Parmenses, quibus pro ipsius organi mercede persolverunt centum quadraginta aureos". Nel 1614 potrebbe essere stato lui quell'organaro che appose la sigla "M.A.R." allo strumento della Silberne Kapelle a Innsbruck. Tra il 1615 e il 1621 lavorò a Piacenza alla costruzione di un organo nella chiesa di S. Maria di Campagna e curò la manutenzione degli strumenti. Nei Mastri Farnesiani (A.S.Pr, 333), alla data del 5 lug. 1628, si legge che, assieme al figlio Cristoforo, "per aver accomodato organi per il Salone, scudi 8,76. Michele suddetto per causa come sopra, 138,20". Da documenti non datati dell'A.S.Pr (Raccolta storica, bb. 8 e 18) risulta l'attività che aveva presso la corte. La "Lista de diverse fature fate p[er] servitio" ci elenca l'opera di organaro e ci mette in evidenza come la musica fosse assai presente nella vita della corte ducale parmense: "Accomodato il claviorgano che aveva in camera S.A.S. per potervi cantar dentro, et h quello che haveva Gio Pietro Trombetta"; "per averli alzato u' tono l'organo di stagno che era della Ser.a Madama"; "per aver accomodato et accordato u' regal di Fiandra [ ... ] per adoperarsi nella salla grande per occasione d'un balletto"; "per aver accomodato un altro regalino piccolo, [ ... ] altri doi, [ ... ] il clavicembalo et Viole et anco haver sonato io, [ ... ] et messovi le corde et penne dell'mio, [ ... ] haver accomodato tre clavicembali, [ ... ] haver accomodato il clavicembalo rosso et mutatoli mezzo li tasti neri per mandarlo a Salla". Un altro documento descrive un organino con il somiere in noce 'incastonato' all'interno di uno scrittoio che i Farnese regalarono al re della 'China', trasportato probabilmente dai Gesuiti. Vi inserì nella fonica tradizionale, fatta da registri di ripieno e da una 'fiffara', un regale e rosignolo, in modo da impreziosire lo strumento. Il prezzo ricevuto per questo gioiello fu di 70 scudi, ognuno da 7 lire e sei soldi. Nel 1641 fu inaugurato a Parma lo strumento costruito nella chiesa di S. Croce e dal 1644 al 1650 lavorò nella chiesa di S. Giovanni, mentre dal 1664 al 1668 ebbe la manutenzione dell'organo della Steccata.
BIBLIOGRAFIA: Giovannini e Tollari; Mischiati; G. Lenzini. Fiumalbo, il paese delle tre torri. Mo: TEIC, 1983, p. 205; Francesco Baroni. Primi contributi per una storia organaria nel Parmense, in "Malacoda", VII(1991), n. 37, pp. 7-16.
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza