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Numero voci: 180.

Arati Marco


  • basso
  • Busseto
  • nov. 1899
  • Napoli
Marco Arati
Marco Arati - basso (foto Legato Ferrarini)
Studiò a Viareggio nella Scuola di musica diretta da Giovanni Pacini e debuttò con successo nel 1835 nel teatrino dell'istituto nel Talismano, opera del suo maestro. Nelle cronache teatrali lo troviamo citato la prima volta nel 1840 quando, nella stagione di primavera, cantò al Teatro Apollo di Roma nel Guglielmo Tell (con esito insoddisfacente) e nella Gemma di Vergy (con successo). Nell'autunno era a Napoli con il suo maestro che presentava la Saffo, e l'anno seguente cantò con grande successo al Teatro di S. Carlo nella Fidanzata corsa, sempre del Pacini. Fermatosi a Napoli, dal 1840 al 1860 fu "primo basso di merito distinto", nei Teatri di San Carlo e nel Real Teatro del Fondo, e si legge che fosse retribuito con 100 ducati al mese. Dal 1861 al 1880 fu tenuto in servizio come "altro basso" e, successivamente, come comprimario e corista, cessando nel 1897. Dopo questa data "i compagni di lui generosamente sottraevano al proprio compenso tanto per ciascuno, quanto bastasse a retribuire un altro corista con pari mercede a quella pattuita da ognuno di loro, così nei servizi al teatro come nelle varie chiese o in pubbliche festività. E quelle quote andavano sollecitamente a dare aiuto al povero e vecchio compagno". Verdi scrisse per lui le parti del basso dell'Alzira e della Luisa Miller e, a indicare che non vi fosse solo un rapporto professionale, il nome di Arati ritorna anche nei carteggi verdiani: in una lettera da Parigi del 4 dic. 1853 il maestro ebbe addirittura uno slancio affettuoso: "Un gran bacio a Sebastiani e ad Arati". In quello stesso anno Verdi scriveva a un amico: "Il 6 ottobre con immensa aspettativa va in scena Il trovatore con [...] Arati. Quest'ultimo credo che divenga matto per la cavatina d'introduzione". Pacini lo definì "il leone dei pezzi concertati".

BIBLIOGRAFIA: Necrologio in G.M.M., 23 nov. 1899; Cametti; De Filippis e Arnese; Maione e Seller; Melisi; Giovanni Pacini. Le mie memorie artistiche. Firenze: Le Monnier, 1875, pp. 74, 81, 85, 109, 222; Almerindo Napolitano. Spigolature bussetane: i cantanti, in "Biblioteca 70", II(1971), pp. 56-58.
ultimo aggiornamento: 01/02/2006
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza