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Nel
Giornale del viaggio in Italia protrattosi tra il 1580 e il 1581, Michel de Montaigne (v. III, p. 410) scrisse: "A Piacenza viddi il Castello, il quale è nelle mani del re Filippo, il quale ci ha guardia di trecento Spagnuoli mal pagati, a quel ch'o intesi d'essi. La Diana la mattina e la sera si sona con quelli instrumenti che noi nomamo haubois [oboi], elli fiffari: e si sona una hora".
Il Piccolo del 14 ago. 1880 ricordava che esistevano i trombetti municipali, "capparossa della Podesteria", che annunciavano con una grande strombettata dal draghetto del palazzo Gotico il principio dei fuochi del macchinone dei divertimenti agostani. Mentre circa le bande musicali militari in età ducale abbiamo già detto nell'analoga voce di Parma, alla metà del secolo scorso, considerato che quando occorreva in teatro la banda si ricorreva a quella militare Luigi Mantelli, professore di trombone del Teatro Comunitativo, chiese di poter istituire una Società di Filarmonici borghesi "che studi e suoni in banda ne' luoghi pubblici e ne' Comuni foresi". Questa società, composta di 27 suonatori, la troviamo funzionante nel 1844. Nel 1858 la duchessa Luisa Maria aderì alla proposta di costituzione di una banda municipale e, dopo il periodo di incertezze seguito alla caduta del Ducato, il 20 dic. 1860 il Consiglio Comunale istituì un corpo di musica di 24 suonatori più un capomusica per il servizio del Comune e della Guardia Nazionale, da nominarsi tutti per concorso. Il primo direttore (1800 lire all'anno) fu il ventiquattrenne Amilcare Ponchielli, che diresse il primo concerto il 19 set. 1861, cui seguì un'intensa attività con grande concorso di pubblico per le ottime esecuzioni cui poteva assistere (le domeniche mattina e la sera dei giorni festivi in piazza S. Donnino). Per restrizioni di bilancio, nel lug. 1864 fu deciso di diminuire il numero dei suonatori e di rimpiazzarli con i professori del Teatro e gli allievi della Scuola Comunale di musica, che dovevano prestare la loro opera senza mercede. Nella stessa epoca, essendogli stata offerta analoga carica nella città natale, Ponchielli dette le dimissioni e si trasferì a Cremona. Il 2 set. 1874 la banda fu riorganizzata e direttore fu nominato Antonio Maiocchi, che era il preposto alla scuola di musica per strumenti a fiato annessa alla banda: dette il primo concerto 7 giorni dopo in piazza Cavalli. Non sappiamo la data in cui la banda cessò di essere 'comunale'. Ai primi di questo secolo il complesso era detto manzonianamente la banda "di monat" per la divisa nera indossata e per il repertorio quasi esclusivamente funebre, che portò alla fondazione in città di un altro complesso con un repertorio concertistico brillante. Dopo un periodo di contrasti, le bande si fusero e assunsero il nome di Ponchielli, con divise che si ispiravano a quelle degli ufficiali del Reggimento Genio Pontieri di stanza in città. Sciolta durante la I guerra mondiale, fu ricomposta al termine del conflitto. Nel 1938 divenne la banda della Milizia Contraerea, la Dicat, adottando la relativa divisa, per sciogliersi con la II guerra mondiale. Nel 1946 fu ancora una volta ricostituita da Italo Bariola, docente al Liceo comunale di musica, raccogliendo i vecchi suonatori e riesumando gli strumenti della banda della Dicat. Il maestro Bariola lasciò la direzione nel 1954.
BIBLIOGRAFIA: Vetro/Banda; Nino Albarosa. Amilcare Ponchielli, capo musica a Piacenza e Cremona, in "Amilcare Ponchielli". Casalmorano: Cassa Rurale e Artigiana, 1984, pp. 93-102; Mario Genesi.
Tradizione bandistica, in "Strenna Piacentina 1987, p. 133.
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza