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Pontremoli, L'Accademia Musicale E Il Teatro Della Rosa


Fin dal 1690 si pensò di erigere a Pontremoli un Teatro "che servisse di scampo all'ozio, e di esercizio alla gioventù". In una lettera del 5 apr. 1696 fu presentata una supplica per ottenere un "sito pubblico" per costruirvi un "Teatro da commedie". Ancora nel 1739 la supplica fu rinnovata da 28 delle principali famiglie. Nel frattempo gli spettacoli venivano organizzati nei palazzi privati o nel Palazzo Pretorio, come risulta essere avvenuto negli anni Venti del 700 (A.S.Fiirenze. Pratica segreta di Pistoia e Pontremoli, b. 597. Copia-lettere affari Pontremoli dal 1721 al 1735, cc. 120, 143). Qui era uso portarsi le sedie ad uso delle donne e "per le persone, che godino, o sieno capaci di godere gli onori del Consiglio". Il 26 gen. 1739 "diversi Signori, ottenuta la grazia" decisero con un rogito notarile di dare vita a un'Accademia musicale e a costruire un Teatro. Motto dell'Accademia della Rosa fu "Pungit et delectat", proprio come una rosa che "punge e diletta". Dopo il suddetto rogito, il 23 feb. 1739 fu acquistato il locale da trasformare e, anche se assai lentamente, iniziarono i lavori per il Teatro. Nel 1760 il tetto era coperto e nel 1768 si discusse sul pittore che doveva ornare la sala. Erano in lizza Gaetano Ghidetti da Parma, che chiese 240 zecchini e Antonio Contestabili da Pontremoli che ne chiese 160 da 44 lire. Questi offrì otto mute di scene, soffitto con medaglione e figure, tutti i 44 palchetti dentro e fuori, sipario istoriato a figure e proscenio. Tutti e due i pittori chiesero colori, tele chiodi e palchi a carico dell'Accademia. Fu scelto il Contestabili, anche per "l'avere in altri teatri e città dipinto". Vi furono comunque delle liti tra i soci, che finirono in tribunale, ma alla fine il lavoro venne effettuato dal Contestabili, tranne una scena affidata ad un altro pittore. Gli affreschi sono oggi perduti, mentre il sipario esiste ancora. Poteva ospitare circa 500 spettatori, numero di posti in percentuale notevolissimo per una popolazione di circa 4000 abitanti mentre, contro il pericolo degli incendi, la struttura fu edificata in cotto, cosa che fa considerare questo teatro uno dei primi in Italia. Il 14 gen. 1772 fu presentata al governatore istanza di apertura del Teatro per il carnevale, e l'uso del terzo ordine fu concesso ai recitanti. Il 12 dic. 1772 vennero commissionate le panche per la platea "con maggior speditezza e risparmio"; nel 1773 fu approvato dal granduca di Toscana il regolamento del Teatro; nell'ago. 1774 il Contestabili dovette ritoccare le scene; nell'apr. 1780 furono effettuate delle opere di restuaro del tetto per salvare le pittura dalle inflitrazioni d'acqua; nel 1791 fu costruito il portico davanti all'ingresso del Teatro. Nel 1795 gli accademici della Rosa assegnarono al pittore Niccolò Contestabili il palco di III fila n. 11, a patto che si impegnasse nei ritagli di tempo a mantenere lo scenario del Teatro. Questi accettò a patto che le spese vive fossero a carico dell'Accademia (Marco Angella, in "Il Tirreno", 11 giu. 2001). Carlo Gervasoni scrisse nel giu. 1807: "Ebbi il piacere di sentire un'orchestra assai considerabile e composta nel maggior numero di varj distinti personaggi dilettanti pontremolesi di una esecuzione veramente finita". Questa orchestra, grazie alla locale Filarmonica dei Risorti Apuani, negli anni seguenti fu diretta dal maestro locale Pietro Giovanni Parolini, che la portò anche a Spezia, Rapallo e in altre città della Liguria. Il Teatro fu attivo quasi tutti gli anni (delle rappresentazioni non abbiamo la cronologia e vi furono delle interruzioni) con spettacoli d'opera, commedie di compagnie di giro e di filodrammatiche di dilettanti locali, veglioni da ballo, spettacoli di arte varia. Per favorire queste attività, il Consiglio Municipale decise nel 1814 di assegnare un fondo per le riparazioni necessarie. Nel gen. 1814 fu approvato il Regolamento per la polizia del Teatro, severo nei riguardi degli attori, che dovevano strettamente attenersi alle parti, e con il pubblico, cui era proibito fumare, portare alimenti e vino. Nel 1839 venne stampato il regolamento organico e il Teatro venne rimodernato: in quell'occasione il loggione fu sacrificato per portare i palchi a 48; il soffitto fu decorato da un rosone del pittore parmigiano Bocchi, "il plafon e bocca d'opera" furono opera di Gerolamo Gelati, mentre il sipario l'anno dopo fu restaurato da Nicola Aquila. Passato il territorio di Pontremoli al Ducato di Parma (dal 1848 al 1859), il Teatro fu autorizzato a fregiarsi, oltre allo stemma dell'Accademia, anche dell'arma di Carlo III di Borbone, che il 12 giu. 1852 fissò altresì la dote del Teatro in 1000 lire annue "perché la popolazione possa avere l'opera o altro" (A.S.Pr, Dipartimento di Grazia, Giustizia e Buongoverno, b. 646). Nel secolo XX il Teatro fu attrezzato anche a sala cinematografica e restaurato diverse volte (nel 1909 fu decorato dal pittore locale Antonio Biagini; nel 1928;. danneggiato durante la seconda guerra mondiale, nel 1950; dopo i restauri del 1968 fu ricostruito secondo i disegni originali e ha ripreso la struttura originaria, per cui dispone di 23 palchetti su 2 ordini e di una galleria). Nel 1996 il Comune ha acquistato il Teatro e, dopo 19 anni che era chiuso, è stato restaurato e riaperto con un concerto il 9 giu. 2001. L'Accademia dette vita a un circolo annesso al Teatro, che prosperò per circa 2 secoli ed era dotato di una buona biblioteca.
BIBLIOGRAFIA: Gervasoni; Gian Carlo Dosi Delfini. L'Accademia ed il Teatro della Rosa di Pontremoli, in A.S.P.Pr, XXI(1969), pp. 65-81; Marco Angella. Origine e storia di una sala all'italiana del 700, Il Teatro della Rosa di Pontremili. Tesi di laurea. Università di Parma. Corso di laurea in lettere, 1993-1994.
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza