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Numero voci: 215.

Speranza Giovanni Antonio


  • compositore
  • 01/08/1811
  • Cremona
  • 02/09/1849
  • Milano
Rientra in questa sede in quanto "cittadino parmigiano", ai sensi del "decreto sovrano col quale h conceduta la cittadinanza parmigiana ai signori professore Pietro Carlo Speranza, e ai figliuoli di lui Antonio e Virgilio nativi del Regno Lombardo-Veneto", n. 85 del 17 apr. 1840. La lettera b dell'art. 1 prevedeva "Antonio Giovanni Speranza, nato a Cremona il I agosto 1811 dalli Carlo Speranza e Angela Liberati conjugi". Prima che ci fosse segnalato questo decreto, avevamo incontrato un gran numero di incertezze circa il luogo di origine e le date di nascita e di morte di questo compositore. Il Florimo, nell'indice del suo libro, alla voce di questo musicista scrive soltanto: "Speranza Giov. Comp." e indica la numerazione di 3 pagine, cui corrispondono 3 esecuzioni di sue opere nei teatri napoletani. Nella riga precedente, però, h indicato un "Speranza Francesco Antonio, comp. n. Mantova 1811, m. Milano, 1850", e indica poi la pag. 140, cui corrisponde un'opera di questo Francesco Antonio. L'accostamento ha portato evidentemente a confusione i compilatori che sono seguiti: lo Schmidl attribuisce questi dati a Speranza Giovanni "nato a Mantova nel 1811; morto a Milano nel 1850", dati ripresi a pie' pari dall'Enciclopedia Ricordi, dal Manferrari, dal New Grove, e dall'UTET. Il Fétis, precedente al Florimo, lo aveva fatto nascere in Piemonte verso il 1816. La G.Pr nel 1839 e 1840, nelle svariate occasioni in cui parlò delle sue opere eseguite a Torino, Lucca e Parma, lo indicò come "nostro concittadino" e come "giovane maestro parmigiano che diede i primi saggi di un precoce talento in Napoli" (Il Figaro, 1839, n. 89). La G.Pr del 4 dic. 1839, dopo aver parlato del successo di Speranza a Torino, riportava di quello di Giuseppe Verdi, che aveva presentato a Milano la prima opera, l'Oberto, e pubblicò una poesia del Sabadini: A due giovani Maestri Parmigiani: XIV versi.
E' il verde, chi nol sa? della speranza
Color ch'allegra il core all'infelice:
E' la speranza, ogni poeta il dice,
Quella, che nei disastri ultima avanza.
Italia mia, che ancor la vedovanza
Piangi del tuo Siculo Orfeo, ti lice
Oggi esultar - dal grembo tuo felice
Ve', che sorgon per te Verdi e Speranza.
Ma a qual dei duo vorrai cinger la fronte
Del verde allor, se ti commosse il Verdi,
Se Speranza ti aprì del brio la fonte...?
Rendi Italia, a ciascun serti e costanza
E la speranza in te sempre riverdi
Che un di' ti invidi il ciel Verdi e Speranza.

Tra Speranza e Verdi ci furono dei contatti. In una lettera del 22 apr. 1839 a Giuseppe Demaldh, quest'ultimo da Milano, dove era ancora incerta l'esecuzione dell'Oberto alla Scala, annotava: "Invece mi scrive il M.o Speranza di Parma. Povero giovane! Io li auguro fortuna, ma io ne dubito molto".Compose le opere: La tragedia buffa, dramma giocoso (Napoli, Teatro Nuovo, 1833); Gianni di Parigi, melodramma in 2 atti di Felice Romani (Napoli, Teatro Nuovo, 1836); I due Figaro ossia Il soggetto di una commedia, melodramma giocoso in 2 atti di F. Romani (Napoli, Teatro Nuovo, 1838); L'aretino, melodramma giocoso in 2 atti di Giorgio Giachetti (Torino, 1839); Egli h di moda ovvero I begli usi di città, commedia in 2 atti di Angelo Anelli (Lucca, Teatro Pantera, 1840); Il postiglione di Lonjumeau, melodramma in 3 atti (Lucca, Teatro Pantera, dic. 1841); Il mantello ossia Lo sposo statua, 2 atti (Torino, Teatro Sutera, 1843); Saul, tragedia lirica sacra in 2 atti di F. Romani (Firenze, Teatro della Pergola, 8 apr. 1844); Amore a suon di tamburo, commedia in 2 atti di F. Rubini (Napoli, Teatro Nuovo, 1845); Java, libretto di Giurdignano (Napoli, Teatro Fondo, 1847); Scherzo melodrammatico (Firenze, 1847); Il padre dell'esordiente, melodramma comico in 2 atti (Livorno, Teatro Rossini, carnevale 1848). I due Figaro e Il postiglione di Lonjumeau furono le opere più fortunate e, specie la prima, fu ripresa in un grande numero di teatri in Italia e all'estero. Il Pirata dellƎ gen. 1839 riportava che l'impresario Bonola lo aveva scritturato per scrivere un'opera buffa per la stagione di primavera al Teatro Carcano di Milano, opera che non ci risulta essere stata composta, mentre lo Schmidl indica anche come eseguita nel 1847 l'opera L'alloggio militare, su libretto di Piero Torrigiani. Dei Due Figaro fu pubblicato il duetto "Siam soli, mio signore" (Novara: Artaria; Mi: Conti); Lucca pubblicò di A. Goreni 2 riduzioni per fl e pf (Sei troppo facile a spaventarti e la cavatina Son contento), mentre il ms del duetto Tu lo volesti ingrata, ridotto per fl e pf da G. Daelli h nella B.Cons. di Verona; Aria per fl e pf, ms (A.S.C.Pr, Fondo Sanvitale); copie di parti delle sue opere si trovano ms in B.Cons.Pr. Lo Stocchi scrive che il 6 mar. 1846, in un'accademia al Teatro Ducale di Parma, il tenore "Emilio Naudin ci fh conoscere, fra l'altro, una vivace arietta, o vogliasi canzone dell'egregio nostro Maestro Speranza".
Ancora nel 1873 l'editore Teodoro Cottrau di Napoli dichiarava di essere il proprietario e che aveva registrate secondo le leggi del diritto d'autore le opere La vivandiera ossia Amore a suon di tamburo; Gianni di Parigi; I due Figaro o Il soggetto di una commedia e Java.
BIBLIOGRAFIA: Dassori; Florimo (v III, p. 641); Grove; Manferrari; Schmidl; Stocchi; UTET; Venturini; Vladimiro Bertazzoni. A Odessa ha piy successo di Donizetti, in "La voce di Mantova", 26 feb. 1999; Frank Walker. L'uomo Verdi. Mi: Mursia, 1964, p. 41.
ultimo aggiornamento: 05/10/2009
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza