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San Secondo, I Teatri


La rocca dei Rossi, sorta in periodo longobardo come fortezza, raggiunse il massimo splendore nel 700. Si legge nella Cronaca dello Sgavetti che il 14 nov. 1752 "non piccola allegrezza si fà in S. Secondo domani. Il sposo figlio del Sig. Conte di S. Secondo con una Martinenghi di Brescia, essendo partiti oggi [da Parma] non pochi strozzi con gli Musici, Sonatori da Corda, e da fiato, Opera, Festa così da tutti decantata e aspettata". Nel carnevale 1810 Guido Rossi "accordò il suo Teatro particolare, sito nel suo palazzo di S. Secondo per suonare qualche commedia in questo carnovale. Si è riservato come proprietario il palco centrale del Teatro chiuso a chiave e due palchi a destra e sinistra del palco" (A.S.Pr, Teatri e Spettacoli, 1807-1812, b. 7). Nel 1832 il Molossi nel Vocabolario topografico (p. 501) scriveva: "Esiste nella rocca un teatrino sufficiente che dalla liberalità del padrone si lascia, occorrendo, a pubblico ricreamento". Il 15 nov 1852, per assecondare il desiderio degli abitanti di disporre di un pubblico locale, 3 possidenti acquistarono una casa da adattare a teatro, chiedendo alle autorità del Ducato l'autorizzazione (A.S.Pr, Dipartimento di Grazia, Giustizia e Buongoverno, b. 646). Fu costruito dal gen. 1853 su progetto dell'architetto Pier Luigi Montecchini, e fu decorato da Napoleone Bossi, con il sipario, rappresentante una scena di ballo campestre, dipinto da Gerolamo Magnani, (si conserva ancora nel castello dei Rossi). La struttura comprendeva vestibolo, atrio, biglietteria, buffet, palchi e loggione. Fu inaugurato nell'ago. 1857 con l'opera I masnadieri. Non sappiamo quando il teatro divenne comunale: probabilmente nel 1859. Nel bilancio di quell'anno venne approvata la spesa di 500 lire annue da pagarsi come dote, anche se il teatro veniva ancora indicato come 'Sociale'. Nella stessa occasione risultava però che doveva essere nominata una commissione amministrativa per redigere e approvare un regolamento, che prevedeva anche "Gli obblighi e la retribuzione dell'Orchestra" (A.S.Pr, Dipartimento di Grazia, Giustizia e Buongoverno, b. 646). Il teatro fu attivo ospitando spettacoli di ogni genere. Alcuni esempi: la Gazzetta musicale di Milano del 28 ago.1893 riporta l'esecuzione di un Barbiere di Siviglia diretto da Eraclio Gerbella; la G.Pr del 30 nov. 1912 riportava: "La compagnia d'operette F. Angeletti, che da alcune sere agisce nel nostro teatro suscitando l'applauso colle accurate esecuzioni d'un ricco e vasto repertorio, la sera del 30 novembre e I dicembre, per iniziativa locale darà due rappresentazioni straordinarie dell'opera Don Pasquale di Donizetti. La compagnia sarà coadiuvata per l'occasione da alcuni altri applauditi artisti, espressamente scritturati. L'orchestra al completo sarà diretta dal giovane e valente maestro Vito Frazzi". Nel giu. 1913, in occasione del centenario verdiano, Leandro Serafin diresse La traviata e Rigoletto: dato il successo che gli spettacoli incontrarono, richiamando gente fin da Parma, venne istituita una corsa di tram con la città al termine delle esecuzioni. Nel 1928 l'edificio subì un primo intervento per la trasformazione in cinema. Fu rettificata la pianta a ferro di cavallo, trasformandola ad U, e fu abolito il palcoscenico per aumentare la capienza della platea. La sala fu distrutta nel 1967. E' stata conservata la facciata neoclassica, bugnata nella parte inferiore, con al secondo piano 3 finestre di cui la centrale sormontata da un timpano; tra queste bassorilievi in gesso rappresentanti Verdi e Rossini e, ai lati, lampioni in ferro battuto.
BIBLIOGRAFIA: Teatri E.R.; Giuseppe Cirillo e Giovanni Godi. Guida artistica del Parmense. Pr: Silva, 1984, v. I, pp. 173-178.
ultimo aggiornamento: 20/06/2006
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza