Omonima di una Gisella Adorni del dottor Enrico, cui Nicola De Giovanni e Francesco Bucellati dedicarono nel 1857 due mazurke edite a Parma da Corsini, soprannominata 'Penigh', discendeva da una famiglia di coristi (il nonno, il padre, il fratello Augusto, detto 'Il re dei coristi'). Perfettamente intonata, dall'orecchio finissimo e dalla bella voce, cominciò a lavorare a 15 anni nei cori; nell'autunno 1906, debuttò come comprimaria al Teatro Reinach nella prima a Parma dell'Adriana Lecouvreur. L'anno seguente, nello stesso teatro, ammalatasi l'interprete di Lola nella Cavalleria, il direttore, Leopoldo Mugnone, la scelse come sostituta: ed ebbe un caloroso successo. Ritornò in quel teatro per sette stagioni tra il 1906 e il 1919. La carriera di comprimaria in circa cinquant'anni la portò in tutti i teatri italiani: da quelli di Parma, al Comunale di Bologna (1908), a Carpi (1911), alla Pergola di Firenze, al Politeama Genovese (1913 e 1914), al San Carlo di Napoli, al Municipale di Reggio Emilia (1917), al Politeama di Livorno (1918), a Voghera (1919); e del mondo - dal Metropolitan di New York, al Colòn di Buenos Aires (1910 e 1914), a Chicago, a San Francisco, in Brasile, per non parlare di tutta l'Europa, con direttori quali Cleofonte Campanini e Toscanini. Questi la volle con sé alla Scala e la prescelse nel 1913 per le celebrazioni verdiane che tenne a Busseto. Lavorò per una ventina di anni con il maestro che, al rientro in Italia dopo la II guerra mondiale, disse: "Portai per il mondo Gisella Adorni, la principessa delle comprimarie". Concluse la carriera al Teatro di Rimini a 68 anni con un Andrea Chenier (Madlon). Ebbe sette figli, di cui alcuni coristi.