Figlio di Antonio, pittore parmigiano, poté studiare all'Acc.BB.AA.Pr con Paolo Toschi per l'aiuto della principessa Maria Antonietta di Borbone. Nel 1834 iniziò la carriera nel Teatro Ducale di Parma (per i cui allestimenti di opere e balli fu presente fino al 1843), Reggio Emilia (svariate volte tra il 1835 e il 1856) e fu ospite di altri teatri: nel 1838 di quello di Ancona e subito dopo di Rovigo (stagione di Fiera). Nel maggio 1840 restaurò il sipario del Teatro della Rosa di Pontremoli. Lavorò poi a Verona (1844), Bologna, Roma, e i suoi scenari furono oggetto dell'ammirazione per il buon gusto dell'invenzione, l'esattezza del disegno, dei luoghi e dei tempi. Lo Stocchi scrisse nel diario del Teatro Ducale di Parma che "fu anche chiamato al proscenio da lunghi applausi". Una malattia di nervi gli impedì di continuare a lavorare per i teatri, portandolo a dedicarsi alla pittura. Nel 1860 fu chiamato a reggere la cattedra di ornato all'Acc.BB.AA.Pr, insegnamento cui si dedicò "lavorando oltre al suo obbligo".