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Numero voci: 180.

Alessi Alessio


  • 1591
  • Parma
  • 1648
  • Parma
Figlio di Jacopo, nel 1612 fuse una campana per la chiesa di S. Francesco del Prato. Il 15 mar. 1619 riscosse 604 lire e 6 soldi imperiali per 2 campane fornite alla chiesa di S. Stefano a Sala Baganza. Dagli atti dei processi penali risulta che il I nov. 1630 fu processato per essersi appropriato di diversi vasi di ferro e di altri oggetti in una casa dove tutti gli abitanti erano morti a seguito di una pestilenza. Si recò così per qualche tempo a Piacenza, dove il 6 nov. 1631 venne incaricato di fornire la campana maggiore del palazzo comunale della città, utilizzando il bronzo avanzato dalla fusione dei 2 cavalli della piazza e quello della campana di Sordo da Parma del 1567. Per contratto lo strumento doveva pesare 500 pesi e il pagamento era previsto in 3 lire per peso netto della campana: essa, inoltre, doveva comprendere le iscrizioni, armi e figure, di cui gli Anziani avrebbero fornito gli stampi in legno. La fusione venne effettuata il 29 ott. 1632. Pesava 4230 chili di bronzo, era alta m. 1,98 e aveva una circonferenza esterna di m. 5,65. Fu montata solo il 6 mag. 1660 per le seconde nozze di Ranuccio II e la "vus del campanon" si udiva fino a 7 chilometri. Si incrinò il 4 lug. 1819 e il Comune la vendette come rottame nell'ott. 1872, ricavando 8600 lire.
Ritornato a Parma, il 15 mar. 1635 ricevette 140 lire imperiali per la campanella detta "del fuoco o delle armi" (la quarta) posta sulla torre della città, che si era rotta: questa venne rifatta nel 1784 dal fonditore Domenico Barborini. A quest'arte univa anche l'attività di campanaro e nel 1636 risulta fosse al servizio della chiesa di S. Antonino. 19 ago. 1641 è datato il capitolato per il quale doveva procedere alla fusione della campana grande da sistemare sulla ricostruita torre della piazza Grande (A.S.Pr: Ordinationes Com. Parm., v.130, p. 104): la squilla doveva possedere una "buona voce, chiara et sonora et da ogni mancamento perfetta" e tali qualità dovevano durare 4 anni dal primo collaudo. Nel 1643, così, dovette essere rifusa (ibidem, v. 131, p. 94) e il pagamento fu effettuato nel 1644, dopo il collaudo (ibidem, v. 135, p. 12). Il campanone, firmato "Alex. de Alexis parmensis fecit anno MDCXXXXIIII, die XII februari", è ornato da una ricca decorazione a bassorilievo con fogliame e l'immagine dei santi protettori della città. Rottosi in occasione dei tocchi suonati per la visita del presidente Oscar Luigi Scalfaro, nel 1998 fu sostituito ed è conservato nell'ex chiesa di S. Ludovico.
BIBLIOGRAFIA: Scarabelli Zunti; Enrico Dall'Olio. La campana grossa della torre della piazza, in G.Pr, 19 set. 1983; Lino Gallarati. Il torrazzo di S. Francesco e le campane della Comunità piacentina. Pc: Essegivi, 1986; Relazione del 6 ago. 1676 per le campane [ ... ] riposte nella nuova torre. A.S.Pr, Comune, Minute delle Ordinazioni, 1676, b. 356; Relazione al sindaco della verifica effettuata il 30 apr. 1997 da Roberto Spocci.
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza