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Numero voci: 180.

Abisi Abelardo Ernesto


  • flautista
  • 14/06/1872
  • Cortemaggiore
  • 11/01/1938
Fratello di Giovanni, entrò nel 1882 alla Regia Scuola di musica di Parma, dove studiò flauto (con Luigi Beccali e Paolo Cristoforetti), diplomandosi nel 1890. L'anno dopo fu in Brasile in una compagnia di opere diretta da Arnaldo Conti, la cui orchestra era costituita nella quasi totalità da parmigiani. Nel giugno del 1896, mentre suonava a Saint Moritz, fu segnalato da Toscanini come elemento da chiamare per l'orchestra di Torino. Dal 1898 fu I flauto alla Scala, distinguendosi come solista assieme alle maggiori celebrità vocali.
Assieme al fratello fece sollevare l'orchestra contro il direttore Cleofonte Campanini per favorire il ritorno di Toscanini. Nel 1911 costruì uno strumento, l'albisiphone, una variante del flauto con estensione grave, intonato in do all'ottava inferiore del flauto ordinario, la canna metallica cilindrica con la parte superiore a voluta simile alla tromba. Si suonava come un flauto dritto, ma l'imboccatura era posta in modo che l'esecutore agisse con la stessa tecnica del flauto traverso. Nel maggio del 1912, in un concerto dell'orchestra della Scala al Teatro del Popolo in Milano, suonò questo strumento nella Melodia dei Campi Elisi di Gluck. L'albisiphone fu utilizzato in orchestra da Mascagni in Parisina (1913), da Zandonai in Melenis (1912) e nella Francesca da Rimini (1914). Costruì anche un modello contralto intonato al fa. Apportò anche delle modifiche al flauto in collaborazione con il costruttore milanese Luigi Vanotti. Nel 1911 registrò con gli altri due flautisti della Scala Pierette, Marche miniature e Scherzo, da lui composti per tre flauti.
Lasciata l'orchestra della Scala dopo un memorabile litigio con Toscanini, dal 1918 al 27 giugno 1923 divenne I flauto dell'Orchestra della Suisse Romande di Ginevra e, dato che le prime parti insegnavano nel Conservatorio, vi prestò servizio del 7 novembre 1918 al 27 giugno 1923.
Compose per la casa editrice Fantuzzi: Fantasia all'ungherese, per fl e pf, op. 25; Seconda suite miniatura per 3 fl e pf; Gretchen und Hedwig e Fafner und Fasolt, per pf solo o piccola orch; Fantaisa per ob e pf (con il fratello); inoltre: Sei studi per fl (Fi: Venturini); Divertimento n. 3 per fl, ob, cl e fag (Mi: Stamperia Musicale). Aveva iniziato l'operetta Arlecchinata, che rimase incompiuta per la sopravvenuta cecità.
Scrisse Alcuni esempi per dimostrare l'utilità delle nuove aggiunte al flauto Böhm (Milano, Fantuzzi).
BIBLIOGRAFIA
Claudio Paradiso, Andrea Pomettini e Daria Grillo. Arrigo Tassinari, ovvero I fasti del primo Novecento musicale italiano. Perugia: anteo, 2009, pp. 7-8.
ultimo aggiornamento: 07/09/2009
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza