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Piacenza, Il Fondo Dell Archivio Capitolare Della Cattedrale


Pur esistendo un catalogo del 700, soltanto di recente questo importante fondo è stato studiato. La prima segnalazione delle antiche musiche a stampa conservate in quel fondo, che era stato istituito dal vescovo Claudio Rangoni ai primi del 600, apparve nel n. 1 (1955) della rivista Fontes artis musicae, cui seguì un articolo di Claudio Sartori (n. 1 del 1957), che pubblicò un catalogo sintetico delle musiche a stampa, rilevando la grande importanza per il notevole numero di esemplari rari o addirittuara unici e per la trentina di opere a stampa sconosciute, e notando che il gusto era incentrato su un repertorio di compositori lombardo-veneti. Nel 1967 Francesco Bussi pubblicò il Catalogo del fondo in cui enumerò musiche ms che servivano per le sacre funzioni (messe, salmi, magnificat, inni, ecc.), e codici (graduali, manuali, messali, salteri, antifonari). Tra questi Il Liber Magistri o Codice Magno n. 65 del 1142, silloge enciclopedica impreziosita da miniature e illustrazioni di strumenti musicali. In esso sono da rilevare le sezioni dedicate al Dramma del Sepolcro di Pasqua, embrione di dramma liturgico, con domande e risposte tra christicolae e coelicolae; la diaphonia, cioè una primitiva struttura di polifonia. La notazione quadrata bilineare accomuna questi codici, forse usciti da un'unica sezione scrittoria di una schola. Nell'archivio è inoltre da rilevare la presenza del madrigalista fiammingo Josquin Desprès, come pure la notevole sezione con letteratura musicale.
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza