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Piacenza, Il Consorzio dei Musici di S. Cecilia


Fondato nei primi anni del Settecento a scopo devozionale - celebrare la santa patrona e dire messe in suffragio degli iscritti - raccoglieva musicisti professionisti, cantanti e appassionati di musica, non escluse le donne. Nel 1703 fu fatta una convenzione con i teatini di S. Vincenzo che concessero l'ospitalità, dando in uso una cappella e una stanza 'dei musici'. La cappella fu adornata con un quadro della santa, opera di Sebastiano Galeotti (adesso al Civico Museo di Piacenza); vi era anche un reliquiario d'argento con reliquie della santa e fu autorizzata la sepoltura comune per i membri del consorzio. Per l'ospitalità nulla era dovuto, mentre si pagavano le funzioni. Il patrimonio era costituito dalle quote dei membri, dalle elmosine raccolte durante le cerimonie e dai lasciti testamentari (come quello del 1758 del cantante Francesco Braganti). Le cariche sociali erano il presidente, il tesoriere e il segretario: all'inizio vi fu un primicerio perpetuo, Gian Francesco Marazzani, un gentiluomo di alto lignaggio, protettore del consorzio. L'attività fu forse sospesa tra il 1810 e il 1822, essendo stata la chiesa soppressa e fu ripristinata con decreto 4 dic. 1822 con la riconsacrazione della chiesa. Da un questionario del 1826 risultano 120 soci, dei quali una cinquantina di filarmonici, oltre a ecclesiastici e alcune donne. Nel 1831 il consorzio si trasferì nella chiesa di S. Protaso. Poi se ne perdono le tracce.
BIBLIOGRAFIA: Fiori/Vita.
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza