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Numero voci: 430.

Cavalletti Giovanni Battista


  • organaro
Figlio di Nicola a volte si firmava Ferrariensis, città dove era nato nel 1719: fu il capostipite della famiglia di organari parmigiani. L'attività si svolse per la maggior parte nel Ducato, per cui si riportano gli organi che trovarono sede in questi territori. Residente a Piacenza, dove teneva bottega dal 1747, collaborò con don Innocente Sacchi nel restauro dell'organo di S. Eufemia in Piacenza, apportando modifiche all'organo del 1530 di Giovanni Battista Facchetti. Nel nov. 1749 "riparò, restaurò e accordò" l'organo di S. Maria di Campagna; nel 1751 riparò quello dell'oratorio di S. Antonio a Soragna e nel 1758 costruì lo strumento di Bedonia, mentre nel 1760 accordò e riparò quello della Compagnia del SS.mo di Parma. Il 12 set. 1763 fu retribuito con 403 lire e 16 soldi per aver rinnovato il cembalo del Teatro Ducale (A.S.Pr, Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 933). Nel 1765 costruì l'organo nuovo del santuario della SS Annunziata a Pontremoli (opus 24), e nel 1766 riparò quello di S. Giovanni in Canale a Piacenza, mentre nel 1768 sistemò nella nuova parrocchiale di Soragna - aggiungendovi dei registri - quello della chiesa di S. Giacomo, che andava demolita, mentre nel 1770 costruì quello della chiesa dei Servi di Guastalla. Notevole fu l'attività a Colorno: costruì quello dell'oratorio di Copermio, detto del casino di caccia (1773, opus 34), quello della chiesa di S. Maria Annunziata (1775, opus 36), quello a 2 tastiere della chiesa di S. Liborio (1777, opus 41, sostituito dall'attuale Serassi), e quello della Madonna della Neve (1783, opus 48), dove ne esisteva un altro di autore ignoto. Quest'intensa attività gli valse il titolo di "professore d'organi al servizio di SAR". Lavorò all'organo della chiesa di S. Giorgio a Monticelli d'Ongina (1768), restaurò a Soragna quelli di S. Rocco e di Castellina, nel 1780 restaurò e ampliò quello costruito dal Tortona a Pieveottoville (che nel 1790 fu sostituito da un Serassi). Nel 1778 accordò e accomodò l'organo del convento dei Francescani di Cortemaggiore, dove nello stesso anno aveva costruito uno strumento per la collegiata (lo strumento, dopo modifiche della prima metà dell'800, fu venduto alla parrocchiale di Saliceto di Cadeo, dove venne rimontato nel 1860 da Cesare Gianfré). Ritornò poi a Pontremoli in S. Nicolò (1782, opus 47). Sue canne d'organo sono state rinvenute nello strumento cinquecentesco di Scurano, provenienti dalla chiesa di S. Pietro in Parma, mentre gli è attribuito l'organo di S. Quirico di Trecasali. Assieme al figlio Pietro Paolo costruì o restaurò a Piacenza gli organi di S. Maria de' Pagani, S. Martino in Borgo, SS Nazzaro e Celso, S. Matteo e nel 1790, avendo come collaboratore Cesare Berté, provvide al rifacimento dell'organo di S. Antonino in Piacenza. L'ultima data è legata all'organo per la chiesa della Madonna della Spina di Brugneto di Piacenza, costruito nel 1814.


©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza