Figlio di un Ferrante, bresciano, non conosciamo se vi fosse parentela con Giulio Cesare Canti. Risulta tra i salariati della Steccata come musico (suonatore di trombone) il I gen. 1605. Il 9 set. 1616 fu nominato organista, avendo rifiutato quel posto Vincenzo Bonizzi, essendo per lui la paga di 5 libre imperiali al mese reputata troppo bassa. Tenne l'incarico fino al 28 gen. 1619, rientrando il Bonizzi il giorno dopo, e lui rimase come sostituto, essendo stato il Bonizzi nominato anche maestro di cappella. Diventò organista maggiore il I set. 1631 con una paga di 100 scudi all'anno. Fu licenziato come organista e suonatore di trombone il 20 mag. 1633, avendo trascurato il lavoro. Il 17 giu. 1633 fu riassunto come organista. Il 17 feb. 1634 gli fu fatto un donativo, avendo composto una
compieta, cantata alla Steccata. Per una sua assenza dal 14 feb. 1634 al 10 ott. 1649 il suo posto fu occupato da Giulio Cesare Canti. Ritornò lཇ ott. 1649.
BIBLIOGRAFIA: Pelicelli.
ultimo aggiornamento: 27/02/2006
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza