La torre civica di Parma.
Prescindendo dal tradizionale uso chiesastico, per cui le campane servivano a
regolare le preghiere quotidiane ad ore fisse, si è avuto modo di rilevare, dal
grande risalto dato dagli
Statuti del
Comune di Parma, la funzione sociale che questi strumenti musicali rivestirono
nei secoli passati, oltre a scandire il tempo per il lavoro, le pause dei
pasti, quello per il riposo: tutto con una varietà di suoni che poteva essere
caratteristica di ogni città. Nel 1243 era addirittura previsto che 2
sentinelle «
debeant jacere de nocte super
turrim deorsum a campanis in superiori tasello et debeant sonare guardiam sine
trare campanam cum fune, et sonare Conscilia et campanellam curreriorum».
La torre campanaria del Comune, che si trovava nella piazza centrale, era
composta da un palco poggiante su 3 colonne di legno coperte da un tetto:
certamente prima del 1246 vi fu appesa la prima campana. Questa colossale
Campana Communis con una sottostante
corona carillon di campane più piccole, ricordava la vittoria dei Parmigiani
sulle armate di Federico II, e scandiva le ore più importanti della vita
cittadina e aveva anche il compito di chiamare a raccolta il popolo. Restò in
quel punto fino alla metà del XVI secolo, quando fu trasferita in piazza della
Rocchetta (dove adesso si trova il monumento a Corridoni). Nel XVI secolo fu
fusa per farne dei cannoni.
Del 1266 è il Capitulum quod Rector maercadanciae possit
libere et commode facere sonare Consilium maercadenciae ad campanam mezanam;
quae est in turri Communis. Nel 1267 fu aggiunta una nuova sovrastruttura
in legno e vi fu appesa una seconda campana. Fra Salimbene scrive nella Cronaca (sequenze 2767-69, 3120-23) che
nel 1285 i parmigiani «fecero fare una grande campana per la torre del Comune
perché quella di prima si era rotta. E poiché, per mancanza di metallo, risultò
senza anse, cioè senza orecchie e non si poteva legare né appendere, venne fusa
una seconda volta dal predetto maestro [un pisano]; e riuscì bellissima, ma non
aveva buon suono, per qualche difetto che si credeva avesse. E così i
parmigiani mandarono a cercare a Pisa un buon maestro che gli facesse una buona
campana.[...] Ma neppure quella volta la campana risultò buona, né per la
forma, né per il suono.[...] I parmigiani spesero in far campane mille lire
imperiali, e non ebbero alcuna buona campana». Era usanza che il podestà si
servisse delle campane e delle trombe quando doveva convocare il Consiglio, mentre
i capitani del popolo, i notai, i giudici, per espletare le loro mansioni al
palazzo comunale, erano convocati al suono della campana. Una riprova di
questuso si trova nel protocollo del notaio Anselmino Riperti del 2 nov. 1315
quando riporta che gli abitanti della vicinia di S. Quintino erano stati
convocati nella chiesa «sono campanarum»,
al fine di prendere assieme ai consoli alcune decisioni, votando con il sistema
del «sedendo et levando». Per
limportanza che questo mezzo di comunicazione rivestiva, nel 1316 era prevista
la pena di morte e la devastazione dei beni per colui che, senza autorizzazione,
suonasse o facesse suonare le campane del Comune. Il Da Erba narra che il 28
feb. 1420 la torre campanaria del Comune venne modificata: «Furono fatte quattro
colonne armate a modo de un castello, e gli fu levato sopra la campana di
piazza de su le tre colonne dove era prima».Verso la metà del XV secolo la
torre fu ricostruita, sempre nella piazza Grande, in muratura a forma duna
cuspide ottagonale, fornita di un meccanismo che segnava le ore con la comparsa
di angeli che suonavano la tromba: da un disegno si rileva che assomigliasse
alla Ghirlandina di Modena. Si legge che fosse alta m. 130,84: quasi il doppio
della torre del duomo. Il campanaro del Comune era un dipendente della Camera
del Governo e nel 1476 era retribuito con 72 lire annue in rate trimestrali
(Benassi. Storia di Parma, v. III, p. 147). Nei Capitoli della Magnifica Città di Parma
(Apud Seth de Viothis, 1555) leggiamo che veniva pagato «al campanaro del
Comune per la residentia delli Sig, lire 16 a Mastro Cristofano Scarzanino per
sonare le campane e mantenere le corde, lire 10», e infine, tra le «Tasse delli
vestimenti della festa della Madonna dagosto, al Campanaro del Comune, lire
33». Il Bordoni, nel Thesaurus Sanctae
Ecclesiae Parm. (1671, p. 11, n. 33) scrisse che la torre crollò nel 1606 propter intolerabile campanarum laicalium pondus. Non fu però distrutta
interamente e, ripristinata, allogò nella cella la campana del 1453 superstite,
mutilata della testata dattacco, tanto da non essere più mobile, ma atta solo
ai rintocchi. Questa era la campana chiamata «di Terza o di Terzi» ed era la
«campanella dellarme». Inoltre super
truncum firmantur tres campanae pro servitio reipublicae che,
successivamente, vennero montate sulla torre del palazzo del governatore.
Ancora nel 1737, tra le «cariche e uffizi della Comunità di Parma» vediamo
indicato il campanaro del pubblico: titolare era Bertoldo Rossetti con un
salario di lire 108 di Parma allanno, pagate trimestralmente. Il 29 mar. 1775
al «Campanaro del Pubblico di Parma fu accordata per una volta sola un sussidio
di lire 100» (A.S.Pr, Decreti e Rescritti).
Le campane che attualmente si
trovano sulla torre del palazzo del Governatore in piazza Grande sono:
- quella piccola
dellAnzianato, detta anche «delle armi e del fuoco», rifatta da Domenico
Barborini nel 1784;
- quella del 1607 «di terza e
di nonna», che scandiva i tempi della giornata lavorativa e che «quinto calenda octubris Jacobus de Alesiis
parmensis fecit», che è stata sostituita nel 2006 da una del diametro di 70
centimetri, fusa nella fonderia Capanni di Castelnuovo Monti;
- quella che «Leonardus de Gavazapo de Parma me fecit 1453»,
ancora in ottimo stato, nonostante si trovasse sullaltissima torre del Fatuli,
crollata nella piazza nel 1606;
- quella
grande «o sia Campanone delle hore» che «Alessius
de Alexiis fecit 1644 die 12 februarii», (adesso custodita nella chiesa di
S. Ludovico, e che è stata sostituita nel 1997 da una fusa nella fionderia
Capanni..
Per le campane della
cattedrale di Parma, vedi la voce Bajon.
ultimo aggiornamento: 31/07/2006
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza