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Colorno, Gli organi e gli organisti


Le prime notizie risalgono al 1601, quando la parrocchiale di S. Margherita ordinò a Bernardino de' Virchi da Brescia un organo. Lo strumento fu rifatto 9 anni dopo dallo stesso per un compenso di 400 ducatoni veneziani. Nel 1636, nel saccheggio operato dalle truppe spagnole, vennero asportate le canne, che furono ricollocate solo nel 1643, e la riparazione fu effettuata per 10 scudi da Cristoforo Rangoni detto Ficurello. Nel 1669 l'organista don Michele Terenzio, musicista locale, esponeva alla Comunità la necessità di riparare lo strumento, operazione effettuata ancora dal Ficurello. Nel 1693 il posto fu occupato da Simone Vagnotti (senza l'insegnamento ai chierici) e gli successe nel 1695 Giovanni Battista Capra (come insegnante di canto fu chiamato Paolo Feraboli) e, nel 1704 venne confermato organista per altri 3 anni il parmigiano Aurelio Bottoni. Nel 1786, dopo vari restauri, l'organo fu ricostruito dal mantovano Andrea Montesanti, strumento che, come risulta dalle rimostranze dell'organista stipendiato dal Comune (dal 1760), Giovanni Pecora, nel 1826 non era in buone condizioni. Nel 1833 iniziarono i lavori di restauro anche della chiesa, e le funzioni continuarono in S. Liborio. Nel 1844, terminati i lavori, troviamo in servizio come organista Antonio Pecora, che si dimise per ragioni di salute nel 1852, dopo più di mezzo secolo di servizio. Gli succedette Ferdinando Tonini e dopo pochi mesi Giuseppe Colonna, che fu attivo fino al 1880, prestando servizio anche nelle altre chiese del paese. Nel 1893 venne acquistato un nuovo organo della ditta Gaetano Cavalli di Lodi, che aveva una fabbrica anche a Parma, mentre il vecchio fu rimontato nella chiesa di Gainago, dove è ancora in uso. Gli altri organisti furono: Guido Tonini (dal 1881 al 14 giu. 1901, data del decesso), che veniva sostituito saltuariamente dal cieco colornese Aglao Bedulli. Bandito il concorso, nel 1902 fu dichiarato vincitore Giovanni Battista Testone da Parma, che morì due anni dopo; il concorso successivo fu vinto dal colornese Pietro Calzolari (dal 1904 al 1909, anno in cui dette le dimissioni, essendosi trasferito in Germania). Dal 1909 al 1937 di nuovo Aglao Bedulli. La chiesa di S. Liborio all'inizio fu dotata di un organo di Giovanni Cavalletti (opus 41), che venne sostituito nel 1796 da uno di Andrea e Giuseppe Serassi da Bergamo. Costruito tra il 1792 e il 1796, su commissione del duca Ferdinando di Borbone, ancora 20 anni dopo era oggetto dell'orgoglio di Giuseppe Serassi che nel catalogo pubblicato nel 1816 lo poneva al primo posto in ordine di dignità. La sua singolarità lo mette in posizione di rilievo rispetto a tutta l'organaria italiana: colpiscono la sua mole (2898 canne distribuite tra 68 comandi), il fatto che le canne metalliche sono tutte in stagno puro, la struttura articolata in più corpi. Per la prima volta vennero impiegati i registri, che solo in seguito divennero consueti per i Serassi. Il 12 apr. 1833 venne fatta una convenzione tra la cappella reale e Giovanni Cavalletti per la manutenzione e accordatura dello strumento 3 volte l'anno, al prezzo di 130 lire, pagabili in 3 rate, dopo il collaudo effettuato ogni volta da Ferdinando Robuschi. L'8 apr. 1859 venne dichiarata decaduta la convenzione e licenziato l'organaro. Gli organisti di S. Liborio furono: Valeriano Mazza (1853), cui successe Angelo Campana (fino alla morte nel 1860), Luigi Manghi, che aveva il compito di accordare lo strumento in cambio dell'alloggio (fino al 1864). In stato di abbandono dopo l'unità d'Italia, rimase integro. Restaurato dalla ditta Tamburini di Crema, è stato inaugurato nuovamente il 5 mag. 1985 con una serie di concerti. La chiesa di S. Stefano nel 1701 fece costruire un nuovo organo al parmigiano Giulio Querzoli, retribuendolo con 1500 lire e il vecchio organo. Nell'oratorio dei Piazzi vi era un organo portativo (oggi non più esistente) acquistato nel 1834 e restaurato nel 1897 dalla ditta Cavalli. Nella chiesa di S. Maria Annunziata vi è un organo di Giovanni Cavalletti del 1775, opus 36, in perfetto stato di conservazione, anche se ha bisogno di ripristino. Nell'oratorio della B.V. della Neve, anticamente detto del Lorno, nel 1779 vi era un organo, di cui si ignora l'autore, che nel 1783 venne sostituito da uno di Giovanni Cavalletti, opus 48, ancora esistente, integro ma da ripristinare. Nell'oratorio di Copermio, dedicato alla Madonna del Buon Cuore, già chiesa del casino di caccia, vi è un organo del 1773 di Giovanni Cavalletti, opus 34, in ottimo stato di conservazione, che è stato ripristinato nel 1973 dalla ditta Tamburini di Crema. La parrocchia di S. Pietro Apostolo di Copermio ospita un organo del XVIII secolo, attribuito a Giovanni Cavalletti. Nella parrocchia di S. Giorgio di Sacca nel 1725 le Compagnie del SS Rosario e SS Sacramento commissionarono un organo a Domenico Poncini. Inutilizzato da anni, fu smantellato nel 1948. La parrocchia di S. Rocco nella località delle Vedole ha un organo del XVIII secolo attribuito a Giovanni Cavalletti. Nello spostamento negli anni Sessanta di questo secolo, ha subito pesanti rimaneggiamenti.
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza