Debuttò a 18 anni come protagonista nel Rigoletto al Teatro Magnani di Borgo S. Donnino e nella stagione di carnevale 1888-89 cantò nel Mefistofele, in Gioconda e Favorita al Municipale di Piacenza, teatro dove sarebbe ritornato diverse volte (1899, 1921, 1927-28, 1933). Pur cantando ovunque in Italia e all’estero ed essendo un coscienzioso professionista, non varcò mai quella soglia che immette nell’Olimpo dei divi. Lo abbiamo trovato nei teatri di Lodi (Rigoletto, 1889); Camerino (Ernani, 1890); Piacenza (Politeama Piacentino, Rigoletto e Lucia, 1890, Un ballo in maschera, 1892 e Trovatore, 1895); Verdi di Fiorenzuola (Jone e Un ballo in maschera, 1896; Faust, 1897); Piccinni di Bari (Bohème, 1897); Sociale di Codogno (Bohème, autunno 1898); Politeama di Livorno (Manon, 1899); Rossini di Lugo (Bohème, 1899); Alfieri di Asti (Andrea Chenier, Pagliacci, 1900); Andreani di Mantova (Manon, 1901); al Teatro Comunale di Carpi (1904 e 1905); al Teatro Manzoni di Pistoia (1906); in Argentina (Buenos Aires e Rosario, 1906); al Regio di Parma (1907-08 e 1925); a Novellara (ott. 1908, La bohème); al Municipale di Reggio Emilia (1911); a Cagliari (Politeama Margherita, 1915); al Teatro dell’Aquila di Fermo (1928). Cantò anche all’EIAR di Torino (1931) e all’Opera di Roma (1907) assieme al più famoso fratello nella Traviata e in Bohème. Fu anche attivo come direttore di scena a Como, Mantova, Bergamo, Alessandria e Vercelli. Nel 1941, rimasto vedovo, venne ammesso alla Casa di Riposo per artisti lirici fondata a Milano da Verdi, e la sua firma compare nella pergamena donata dagli ospiti a Toscanini in occasione della riapertura della Scala nel 1946. Vi rimase fino al decesso, che lo colse a 86 anni.