Nato cieco, da famiglia povera, a 7 anni cominciò a studiare violino. Dopo aver fatto il campanaro per la chiesa di San Giuseppe nell'Oltretorrente, dato che possedeva una voce discreta, iniziò a cantare per i caffè, per passare successivamente a suonare sia nella provincia di Parma che nelle città vicine (Reggio Emilia, Cremona, Milano) il violino in quartetto o trio con altri ambulanti (Giuseppe Ferrari, violino e Bartolomeo Marchesi, violoncello). Nell'apr. 1878 si esibì al Teatro Reinach di Parma in un concerto in cui suonava anche Giovanni Bottesini. Erano ammirati il suo intuito, il sentimento, l'espressione che sapeva imprimere ad ogni pezzo, al punto che il critico D'Ormeville lo definì "il Paganini dei violinisti ambulanti". In Memorie di un suggeritore, il marchese Monaldi ricordava che, quando Filippo Filippi venne a Parma nel 1872 per l'Aida, aprì la corrispondenza parlando a lungo dell'abilità del violinista cieco, del quale un indimenticabile ritratto è stato tracciato dall' immaginifico Bruno Barilli nel Paese del melodramma. Ammirato anche in città, si ricorda la sfida fra il Trio Migliavacca e quello di certo Zinzani: il complesso vincitore avrebbe avuto il diritto ai posti migliori in città. Migliavacca stravinse dinanzi ad una folla plaudente strabocchevole. Malgrado il successo, fu sempre in miseria al punto che nell'apr. 1883, essendosi ammalato di pleurite, il giornale Il Goliardo indisse una sottoscrizione in suo favore, aprendo la lista con 1 lira. Alla morte il Comune gli concesse un loculo sotto i portici e il busto, opera dello scultore Del Prato, come pure la magniloquente lapide furono apposti a seguito di una sottoscrizione cittadina. Composizioni. Diverse divennero popolari e, trascritte, vennero eseguite assai spesso dalle bande musicali nelle piazze. Un addio, marcia (1885); Un addio, polka (1887); Un addio alla Brigata Ancona, marcia (1883, successivamente edito Pr: Carboni). Baccaglia, mazurca per pf (Mi: Lucca); Bella signora, valzer (1877); Flora, mazurca per pf (Bo: Trebbi, 1878); Gentil pensiero, valzer per pf (litografia, 1887; poi Pr: Carboni); Ginevra, polca per pf (Bo: Trebbi, 1877); Gran valzer (1887); Il bel paese, valzer; Italia, marcia per pf (litografia, 1880; poi pubblicata da Carboni), Laura, polka (1885); La luce dell'anima, valzer per pf (Mi: Ricordi; 1884; poi Pr: Carboni); La pace del cuore, valzer per pf a 4 mani (Mi: Ricordi, 1886; poi Pr: Carboni); Parma, polka (1884); Parmenia, polka (1884); Riconoscenza, polca marcia (litografia, 1880); Un sogno, valzer (Pr: Carboni); Teresa, polka (1878); Gli ultimi giorni di carnovale, polca per pf (Bo: Trebbi, 1887); La più celebre fu Un pensiero d'amore, la "mazurca di Migliavacca" (Bo: Trebbi, 1885). Questa composizione, indicata anche come "mazurca variata" fu edita negli anni Trenta anche dall'editore Carboni di Parma, che poi cedette i diritti alla Zanibon di Padova. Fu pubblicata anche da Ricordi. La diffusione fu mondiale e nel 1927 la Salvatore Minichini Italian Royal Marine Band la incise su disco con la Columbia - E 2910 - con il titolo Migliavacca mazurca. Gino Nastrucci nel 1928 la incise per La Voce del padrone. Elaborata da Ubaldo Ferrari, al quartino Tienno Pattacini, il Concerto Cantoni la incise nel 1930per la Columbia. Il commediografo Giuseppe Montanari scrisse la commedia dialettale La mazurca 'd Migliavacca.

BIBLIOGRAFIA: Alcari; Bettòli; Molossi; Pariset; Schmidl/supplemento; Sacchi; Elisa Chaterine Koehler. Banda Minichini: an Italian Band in America. Tesi di laurea Johns Hopkins University, Baltimore, 1996, p. 140; B/S (pp. 10-13); Anesa II ed.; Giuseppe Boccacci. Concerto Migliavacca. s.l.: s.e., 2002.

ultimo aggiornamento: 17/11/2005
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza