Sacerdote, il 15 mag. 1776 gli venne accordato di cantare anche nelle funzioni che si tenevano in S. Paolo con un soldo di 90 lire al mese (A.S.Pr, Decreti e Rescritti) fino alla soppressione del 12 dic. 1779, percependo una pensione di 540 lire all'anno, metà paga (A.S.Pr, R. Casa, Ruolo de' Provigionati in Parma dal I apr. 1766 a tutto l'anno 1805, A, f. 896). Partecipò alle funzioni solenni della Steccata dal 1773 al 1805. In un fascicolo di carte piacentine del 1776 si trova una lettera non datata dalla quale risulta che, essendo copista di musica, comunicava di essere in ritardo con l'esecuzione del lavoro assegnatogli. Il 21 lug. 1784 fu nominato copista e custode dell'archivio della musica di corte, il Regio Uffizio della musica, "collo stesso soldo di lire 3 mille che assorbiva la pensione di lire 540 già percepita come cantore . Era la stessa cifra che godeva il di lui antecessore Giuseppe Landoni". (A.S.Pr, Real Casa. Ruolo de' Provigionati dal 1780 al 1805, f. 358). Nel Calendario di Corte del duca di Parma era ancora in servizio nel 1791.