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Guastalla


Dato che durante i 2 secoli di signoria dei Gonzaga (1539-1746) questi principi non vi tennero una corte, la storiografia musicale guastallese non annovera notizie di spettacoli rimasti nella storia, come mancano anche pubblicazioni a stampa di Descrizioni, Apparati, Trionfi, Allegrezze con le quali i signori erano soliti celebrare ricorrenze di risalto. Conseguentemente, anche l'attività teatrale risulta di scarso rilievo e l'editoria locale nel campo della musica ci ha lasciato pochi esempi significativi: nel 1626 fu pubblicato dall'editore locale Tagliaferri la favola tragicomica Atlante con il suo corredo di intermezzi: l'autore, il gentiluomo lucchese, dottore di filosofia, Giacomo Guidotti era "pubblico umanista" della città di Guastalla. L'opera che riveste maggior interesse fu pubblicata nel 1676: Trattato sopra la struttura de' theatri di Fabrizio Carini Costa, edita dal Givazzi, che prevedeva alcune novità: l'introduzione dell'arcoscenico, l'invenzione delle quinte piatte, la sistemazione organica degli spazi della sala, la suddivisione verticale del palcoscenico in tre parti (sottopalco, piano di scena, soffitto a graticcio), la razionalizzazione della macchineria. A scorrere l'appendice della Istoria della Città di Guastalla del Benamati, negli anni attorno al 1670 era notevole il numero "delle feste che si celebravano nelle chiese dentro e fuori Guastalla" nelle quali, e in specie nelle pie confraternite (della Morte, di S. Filippo Neri, dell'Immacolata Concezione), pare si fosse sviluppato dapprima il gusto per la buona musica, quindi avesse preso corpo quel nucleo di vita associativa che portò alle Accademie degli Inesperti e degli Oziosi. E fu ai membri delle Accademie, che appartenevano alle principali famiglie della città, che toccò la gestione del teatro. Nelle Memorie di Guastalla Antonio Resta, sovrintendente "di quanto alle rapppresentazioni era necessario" dell'Accademia degli Oziosi, dedica molto spazio ai pubblici spettacoli e alla vita mondana degli anni tra il 1673 e il 1730. A proposito del 1705 scriveva: "In questa città si gode gran tranquillità, facendo i cittadini festini e allegrie": i comici proseguirono le recite per tutto il carnevale, il conte Caracci fece eseguire l'opera in musica L'innocenza trionfante, si dettero feste da ballo e via dicendo. E' del 1722 il libretto de I divini presagi dell'umana redenzione, "cantato nella chiesa di S. Francesco de RR.PP. minori osservanti, musica di Francescantonio di Budrio, lettor teologico dell'ordine". Nel 1747 la città passò sotto il dominio borbonico e fino alla morte (1784) vi risiedette la contessa Teodora Darmstadt, vedova del penultimo duca Antonio Ferdinando che, restando ad abitare nel palazzo ducale, ne fece un piccolo centro di arte e cultura.
BIBLIOGRAFIA: Sartori; Marina Calore. Dai trionfi di un viceré al teatro pubblico: feste e spettacoli dei Gonzaga a Guastalla, in "Il tempo dei Gonzaga". Guastalla: Amministrazione Comunale, 1985, pp. 295-312;Vita musicale in Emilia-Romagna. Mi: Silvana, 1985, p. 18.
ultimo aggiornamento: 09/04/2010
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza