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Numero voci: 458.

Barbieri Gerolamo


  • compositore
  • 02/10/1808
  • Piacenza
  • 04/06/1871
  • Piacenza
(Piacenza, 2 ott. 1808 - ivi, 4 giu. 1871)

Il padre voleva avviarlo alla carriera militare o a quella legale, egli invece optò per la musica e divenne presto abile suonatore di organo e pianoforte. Nel 1827 Giuseppe Nicolini consigliò di mandarlo a studiare al Conservatorio di Milano. Il marchese Bernardino Mandelli, del quale il padre era maggiordomo, si offrì di pagare le spese, ma in quello stesso anno morirono sia il mecenate che il padre. Studiando da autodidatta su tutti i trattati che poté farsi prestare, si rese padrone della composizione e strumentazione, diventando ricercato direttore e abile compositore. A 22 anni tentò la fortuna teatrale con l’opera Francesca da Rimini, su libretto del concittadino Francesco Soprani, ma per dissidi con l’impresa del Teatro alla Scala, ritirò la partitura. Nello stesso 1830 fu nominato organista della parrocchia di S. Protaso, e conseguì grande successo per il numeroso pubblico che accorreva alle funzioni nelle quali suonava. Nel 1834 presentò la domanda a Busseto nel concorso per maestro della scuola di musica nel quale erano contrapposti Giuseppe Verdi e Giovanni Ferrari: lui non si presentò alle prove d’esame. Nel 1836 per concorso fu nominato maestro di cappella, organista e docente nella Scuola di musica di Caravaggio: qui nel 1839 ottenne che fosse acquistato un nuovo organo per la parrocchiale: scelse ed effettuò la perizia tecnica per il Serassi che venne scelto. Nel 1840 diresse Roberto il diavolo di Meyerbeer al Teatro di Cremona, città nella quale il 9 ott. 1842 venne nominato maestro di cappella e organista della cattedrale metropolitana. Il giudizio della commissione esaminatrice fu: «Ha dimostrato di conoscere molto addentro l’arte di trattare l’organo ed è forse emerso sugli altri per l’eleganza dello stile, nonché per l’accompagnamento del Coro e della Cappella che egli sostenne con tutta lode». Benché il contratto lo legasse fino all’ott. 1851, il 31 dic. 1847 per «circostanze sopravvenute» chiese di essere sciolto dall’impegno. Lּ gen. 1848 gli vennero restituiti i documenti. Ritornò a Piacenza per darsi alla composizione, ai concerti e alla concertazione delle opere, attività questa che lo vide anche a Faenza, Bergamo, Crema, Bologna, Firenze. Nel 1852 fu nominato socio dell’Accademia di S. Cecilia di Roma. Il Boccherini riporta che fu socio anche degli Istituti musicali di Bergamo e Firenze e socio protettore della Società del Quartetto di Firenze.
Dotato di fluente facilità melodica, scrisse - a quanto riporta il suo biografo Giovanni Bianchi - oltre 1300 composizioni, molte delle quali edite da Bertuzzi, Canti, Guidi, Lucca, Longhi, Ricordi, Tovagliari, Vismara.
Il suo genere musicale rispecchiava il gusto del tempo e le sue composizioni organistiche, oltre allo stile severo, chiesastico, sono anche piacevoli, riecheggiando lo stile drammatico-operistico che le faceva diventare orecchiabili e popolari. Recensì per la GMM alcune inaugurazioni di organi Lingiardi e Serassi. Un suo Tantum ergo, ridotto per piccola banda da Dionigio Rossi, si trova nell’archivio del duomo di Casalmaggiore.

BIBLIOGRAFIA: Sommi Picenardi (Supplemento di Cesare Zambelloni); Bussi (pp. 754-755); Cirani; Da Mareto; Filipazzi (p. 159); Mensi; NDBP; Giovanni Bianchi. Della vita e delle opere di G.B. Pc: Favari e Breda, 1871; L’organo di Caravaggio, in “VII Rassegna organistica su organi storici del Bergamasco”, ago.-ott. 1987, pp. 71-73; Mario Acquabona. G.B., in "Libertà", 16 novembre 2008 (riporta un sonetto in suo onore).
ultimo aggiornamento: 08/09/2009
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza